LADA JOSEF

(Boemia)

 

Nato a il 17 dicembre 1887 a Dorfchen, Hrusice. Morto a Praga il 14 dicembre 1957. Autodidatta, ha lavorato come grafico e illustratore,

Scrisse anche fiabe, ma è noto soprattutto per aver illustrato il libro Le avventure del buon soldato Svejk di  Jaroslav Hasek.

Con l'amico Hašek negli anni venti, fu tra i fondatori del Partito per il progresso moderato nei limiti consentiti dalla legge, che raggranellò solo qualche decina di voti alle elezioni immediatamente successive alla sua fondazione, prima di cadere nell'oblio.

È sepolto a Praga nel cimitero Olšany.

 

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CECOSLOVACCHIA  Anno 1970  (1781), 2007

 

 

 

 

 

LA FONTAINE  JEAN de

(Francia)

 

« Une ample comédie à cent actes divers e dont la scène est l’univers. » così vengono definite le fiabe di La Fontaine.

Jean de La Fontaine nasce a Chateau Thierry l’ 8 luglio del 1621.

Suo padre Charles era controllore delle acque e delle foreste reali e il ragazzo ha così agio di condurre una vita libera e tranquilla, all’aperto, una vita un poco vagabonda in  cui i sogni e la lettura ebbero una parte principale. Dopo un momento di misticismo nel quale pensa ad una vocazione ecclesiastica, (era entrato nel 1641 nella congregazione dell’Oratorio e poi nel seminario di Saint Magloire), subito se ne allontana. Il padre ritiene opportuno trasmettergli la sua carica di controllore delle foreste e di cercargli una moglie: due offerte che il giovane non respinge. Le accetta passivamente ma dopo un poco diventano per lui insopportabili. La moglie Marie Héricart, figlia del luogotenente criminale della Ferté-Millon e nipote di Jannart, sostituto di Fouquet il procuratore generale al Parlamento di Parigi, incurante dei suoi impegni domestici, preferisce una vita libera non in armonia con un marito sognatore e negligente.

Dal matrimonio nasce nel 1653 un figlio, Jean. Poi il matrimonio si va sempre  più disgregando. Lui se ne andava spesso a Parigi per incontrarsi con giovani poeti e  scrittori, lei viveva la vita oziosa della provincia, finché nel 1658 i due coniugi ottengono la separazione dei beni e dopo, nel 1670, la separazione definitiva.

Si trasferisce a Parigi dove gode  l’amicizia di Fouquet, allora personaggio importante presso la corte. Costui gli fa ottenere una pensione in cambio della quale gli si chiedeva solo di scrivere di tanto in tanto epistole, madrigali, ballate, poesie. Nel 1567 dedica al sovrintendente il suo poema Adone. Conosce in quel periodo personaggi importanti come M.me de Sevigné, M.lle de Scudery, Chapelain, Desmarets.

Nel 1661 vive un momento passeggero che lo turba. Fu quando Fouquet, caduto in disgrazia del re Luigi XIV, fu esiliato nel Limousin. La Fontaine lo segue e in quell’occasione dimostra la sua sincera amicizia e il suo coraggio. Scrive per il  re l’Elegia alle ninfe di Vaux, appellandosi alla sua clemenza.  Al suo ritorno a Parigi diviene il protetto di Maria Mancini, duchessa di Bouillon e grazie ad altri  suoi protettori può condurre una  esistenza tranquilla, leggera, priva di fastidi.

Tuttavia la sua vita non fu esemplare perché il senso morale e la volontà gli facevano difetto. Aveva abbandonato moglie e figlio per vivere oziosamente, protetto dalla ricchezza di amici ricchi e compiacenti. La Fontaine, in fondo, si rivelò alquanto egoista, ma di quell’egoismo perdonabile, tipico dei fanciulli, che altro non è se non un istinto  naturale.

In quel periodo le sue letture erano alquanto eclettiche: andavano dai favolisti e dai narratori greci a quelli latini, indiani, italiani. Era solito dire: “leggo tutto quello che viene dal nord e dal mezzogiorno.”

Nel 1664 pubblica la sua prima raccolta di Contes (Racconti) sotto il titolo di  Novelle tratte da Ariosto e Boccaccio. Si trattava di novelle alquanto licenziose e immorali (questo il giudizio dell’epoca) che non piacquero a Luigi XIV. E ancor meno piacquero al re le raccolte successive apparse negli anni 1666, 1671 e 1675,  sotto il titolo di  Contes et nouvelles en vers. L’avversione regale divenne palese quando venne proposta l’elezione di La Fontaine nell’Academie Française in quanto Luigi XIV  rifiutò di ratificarla. Sembra che l’abbate della Camera, scelto per rispondere al discorso fatto da La Fontaine agli accademici, lo abbia rimproverato quasi fosse stato un fanciullo Il discorso del poeta fu, invece, esaltato da Mme de la Sablière. Il poeta comunque, di fronte alle accuse di immoralità,  promise di rinsavire e di non scrivere più racconti licenziosi, promessa non mantenuta perché ne pubblicò ancora nel 1685.

Tra le sue opere migliori sono ricordate  Amore  di Psiche  e di Cupido (1669), La cattività di San Malco (1673), poema cristiano in versi alessandrini, Quinquina (1682),  Il fiorentino (1686).

La Fontaine si occupò anche di teatro per il quale produsse Les rieurs du Beau-Regard (1659), Dafne (1674), la tragedia Achille di cui compose solo due atti, La coupe enchantée (1688), Ragotin (1684).

L’anno 1672 rappresenta una data importante nella sua vita. Mme de la Sablière, moglie di un ricco finanziere, gli offre nel suo palazzo una ospitalità che durò oltre vent’anni. E quando la contessa si ritirò nel 1683 nell’Hotel des  Incurables, gli lasciò un appartamento dove visse sino alla morte della sua benefattrice.

Venne in seguito ospitato dagli Hervart, ricchi finanzieri protestanti, dove, colto da una grave malattia, cessò di vivere il 13 aprile del 1695, munito dei conforti religiosi.   

Alla sua morte si scoprì che portava il cilicio.

 

LE FAVOLE

 

La raccolta di favole abbraccia un lavoro durato una trentina d’anni e ne contiene duecento quaranta, suddivise in dodici libri. Cominciarono ad essere pubblicate nel 1668 sotto il titolo Fiabe d’Esopo raccontate in versi da M. de La Fontaine.  I primi sei libri, preceduti dalla Vita di Esopo, furono dedicati al delfino, il figlio di Luigi XIV, futuro allievo di Bossuet. Nel 1678 e 1679 seguirono altri cinque libri, dedicati a M.me di Montespan, i quali contengono le favole migliori.

 Nel 1694 apparve il dodicesimo libro, che La Fontaine dedicò al duca di Borgogna, allievo di Fénelon. Fra tutti l’ultimo libro rappresenta la parte più debole di tutta l’opera.

Apparentemente le favole hanno tutte un carattere didattico e terminano con una massima morale, quasi obbligatoria secondo la tradizione. Non è, comunque la morale la parte che interessa l’autore perché spesso la morale è censurabile e fu censurata. Ciò che finisce per apparire il vero scopo dell’opera è l’arte.

Le favole toccano tutti i generi: la famiglia, il racconto tragico, realistico, divertente, elegiaco, la politica, il costume.

La Fontaine non inventa nulla, si limita ad attingere a piene mani nelle opere di Esopo, di Fedro, di Bidpay, di Marot, di Rabelais e di tutti i favolisti con cui le sue letture lo portarono a contatto. Al poeta non interessa solo di istruire, ma di piacere. Le sue favole compongono un immenso quadro umano in cui, attraverso i più disparati personaggi emergono pregi e difetti degli uomini.

La favola esigeva che gli uomini venissero rappresentati sotto forma di animali e La Fontaine ha l’abilità di trovare nelle attitudini dei vari animali gli aspetti e le caratteristiche che contraddistinguono gli uomini per cui una tartaruga cammina come un senatore, l’ostrica grassa e bianca evoca la persona paciosa e indolente,  il gatto vellutato, umile, dall’occhio sornione altri non è che colui che trama nell’ombra, nel lupo che accusa l’agnello è presente il prepotente sempre pronto a colpire.

Ciò che non convince e intriga il lettore è il fatto che mentre gli antichi costruivano una favola con l’intento di concluderla con una morale geometrica e giusta, La Fontaine non segue la geometria alla lettera. Per lui la morale naturale è spesso inferiore alla morale sociale: “Chi è più forte ha sempre ragione; Per meglio emergere si ha sovente bisogno di uno che ci sia inferiore; Qualsiasi cosa accada occorre sempre considerare il fine ed è sempre meglio trovarsi dalla parte del più forte; Cerchiamo di far comunella solo con gli eguali.”

Rousseau e Lamartine lo hanno accusato di immoralità  perché nelle sue favole ci sono troppe lezioni di egoismo, di interesse, di doppiezza: ad esempio vi  si insegna la durezza (La cicala e la formica), l’ipocrisia (Il corvo e la volpe).  Si può ribattere con l’altra faccia della medaglia e cioè che occorre insegnare ai giovani che entrano nella vita che occorre tenersi sempre sulla difensiva.

Di lui scrivono J.Lanson e P. Tuffrau: “È la morale di un uomo onesto, illuminato, indulgente, attaccato unicamente al suo benessere, sensibile tuttavia all’amicizia, il quale non chiede agli uomini che di puntare verso il loro benessere in modo moderato, senza distruggere il benessere altrui.”

 

La cicala e la formica: vedi Esopo 

La rana e il bue  Una rana, vedendo un bue bello grosso e grasso, volle diventare come lui. Cominciò a gonfiarsi inspirando aria. Ma ogni volta che chiedeva a qualcuno se fosse grossa come il bue, quello rispondeva di no. La rana continuò a gonfiarsi… finché scoppiò.

La gallina dalle uova d’oro   Un tale possedeva una gallina che faceva le uova d’oro.. Pensando che avesse un mucchio d’oro nelle viscere, la uccise. Scoprì che dentro era fatta come tutte le galline.  Così sperando di trovare la ricchezza d’un sol colpo, rimase  deluso. Mai essere insaziabili.

Il gatto, la donnola e il coniglietto  Un coniglio lasciò la sua tana incustodita per recarsi nei campi a raccogliere cibo. Quando rientrò la trovò occupata da una donnola  che non volle andarsene, dicendo che ormai era sua.  Per avere un giudizio equo, si recarono da un grosso gatto, ritenuto da tutti un buon giudice. Il gatto li ascoltò e alla fine, quando li ebbe a tiro, con due zampate li fece fuori.

L’ostrica  e i due litiganti   Un giorno due pellegrini che passavano lungo una spiaggia videro un’ostrica che non bastava certo a sfamarli entrambi. Cominciarono così a bisticciarsi tra di loro su chi per primo l’avesse vista. Non riuscendo a mettersi d’accordo, chiesero ad un certo Perrin Danrin che passava di lì di fare da giudice. Questi raccolse l’ostrica, l’aprì, la mangiò e diede salomonicamente ad ogni pellegrino una valva dell’ostrica

Il leone e il topo: vedi Esopo 

La lepre e la tartaruga : vedi Esopo

Il lupo diventato pastore  Volendo impadronirsi di tutto un gregge un lupo pensò di travestirsi da pastorello. Mentre il vero pastore e il suo cane dormivano, cominciò a spingere le pecore verso il bosco. Pensando che incitandole anche con la voce quelle si sarebbero affrettate di più, cominciò a dare ordini, senza pensare che la sua voce l’avrebbe tradito. E così fu. Il pastore e il cane, risvegliatisi, lo presero a bastonate che il lupo, impacciato dal suo travestimento, non poté evitare con la fuga.

Il lupo e l’agnello  Un lupo e un agnello si trovarono assieme a bere in un ruscello. Il lupo, che stava a monte, accusò l’agnello di intorbidargli l’acqua. “Ma come faccio se l’acqua scorre da te a me?”. “Io dico di sì e poi l’anno scorso hai sparlato di me.” “Ma l’hanno scorso non ero ancora nato”. “Allora saranno stati i tuoi fratelli.” “Io non ho fratelli. “ “ O basta,! Sarà stato uno dei tuoi simili a dir male di me. Quindi, pagherai tu.” E se lo mangiò.

La scimmia e il leopardo  In un circo due imbonitori vantavano la bellezza e le caratteristiche di due animali: un leopardo e una scimmia. Il primo magnificava  la pelle maculata del leopardo, degna di un manto regale; l’altro decantava l’arte di saper far ridere della scimmia che sapeva ballare, saltare, andare su un carrozzino. Tra i due animali quale è il più interessante? La scimmia, ovviamente. Non basta avere una veste sontuosa, tutti possono indossarla, mentre il talento è prerogativa di pochi.

Il topo di campagna e il topo di città  Un topo di campagna venne invitato da un suo parente che abitava in città. Il pranzo offerto era sontuoso, ma fu continuamente disturbato da rumori che costringevano i commensali a fuggire. Il topo campagnolo concluse la sua visita dicendo: “In campagna si mangerà in modo più parco e parsimonioso, ma almeno si mangia in santa pace.”

La volpe e il corvo: vedi Esopo

La volpe e l’uva.  Sotto un pergolato da cui pendevano  grappoli d’uva matura passò una volpe affamata. Cominciò a spiccar salti per raggiungere i grappoli, ma il pergolato era troppo alto. Rimasta a bocca asciutta, si allontano dicendo: “Ma che m’importa! Tanto era ancora acerba.”

La volpe e la cicogna   Una volpe invitò a cena una cicogna e le offrì il cibo in un  largo piatto. La cicogna col suo lungo becco non riuscì a mangiar nulla. Quando toccò alla cicogna invitare l’amica volpe, le servì un ottimo pranzo mettendolo un alti vasi dal collo stretto, entro i quali la volpe non potè infilare il muso… e rimase digiuna.

 

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ALBANIA 1975 (1640/1),  1995 (3 valori + BF),  BURUNDI 1995 (677/80),   CECOSLOVACCHIA 1975 (2084),   DAHOMEY 1972 (315/7),  FRANCIA 1938 (397), 1978 (2024/5), 1995 (2943/8),   MONACO 1972 (868),   NIGER 1972 (196/8),   NUOVA CALEDONIA 1978 (186 P.A.),  SIRIA 1976 (476-477-480),  POLONIA 1968  (1679),  UNGHERIA 1959 (1959),   ZAMBIA  1990 (528) Sri Lanka  2007

 

 

 

LAGERLÖF  SELMA

(Svezia)

 

Scrittrice per adulti e per ragazzi, Selma Lagerlöf  nasce a Märbacka, Värmland,  il 20 novembre del 1858.

Compie i suoi studi a Upsala dove si diploma maestra, professione che esercita per oltre dieci anni a Landskrona dal 1885 al 1995.

Selma trascorre una tranquilla esistenza nel suo paese natale.

Alla morte del padre deve però vendere la proprietà. Ciò la spinge alla scrittura che le permette di superare il dolore per la perdita della casa e le permette di poter rivivere i momenti trascorsi tra quelle mura, dove aveva ascoltato le fiabe e le leggende raccontate dal padre e dalla nonna per rallegrare la sua solitudine e la precaria possibilità di giocare come gli altri bambini a causa di una lussazione all’anca

Il suo primo romanzo è anche il suo primo capolavoro.  La saga di Gosta Berling (1891) racconta le gesta dei cavalieri di Ekebu e del loro capo, utilizzando leggende udite da bambina. Il romanzo le da fama internazionale. L’opera riecheggia la tradizione più autentica della narrativa svedese, rifiutando il naturalismo allora imperante a favore di un romanticismo basato sulle leggende popolari. E per tutta la sua carriera letteraria che la portò nel 1909 al Premio Nobel, la scrittrice si mantiene costante a questa linea letteraria, fatta di semplicità e di sincerità, di verità ideali e morali.

Un altro successo lo ottiene nel 1894 con la pubblicazione di Legami invisibili, una raccolta di novelle per la quale le viene assegnata una pensione dal re di Svezia.

Nel 1895 abbandona l’insegnamento per dedicarsi alla letteratura e a qualche viaggio. Viene in Italia e soggiornò in Sicilia dove ambienta il suo romanzo I miracoli dell’Anticristo (1897). Successivamente visita la Palestina, che le suggerisce il volume Jerusalem (1901-02), storia di un gruppo di contadini danesi che si trasferiscono in Terrasanta.

Nel 1907 riceve  la medaglia d’oro dall’Accademia delle Scienze ed è incaricata dal Ministero dell’Educazione a comporre un libro di lettura di carattere geografico per la scuola. Nasce così il suo secondo capolavoro  Viaggio meraviglioso del piccolo Nils Holgerson attraverso la Svezia (1906-07). Sempre per l’infanzia scrive i racconti Una saga intorno a una saga (1908), i romanzi  I soldi del signor Arne (1904); La casa di Liliecrona (1911), storia legata alla sua infanzia, al ricordo della nonna, in cui compaiono di nuovo i Cavalieri di Ekebu. Nel 1912 pubblica Il carrettiere della morte e nel 1914 esce il libro L’imperatore di Portugallia, altra opera indovinata per l’infanzia. Molte le sillogi di novelle: Le regine a Kungahälla (1899), Le leggende di Gesù (1904), Uomini e gnomi (1915-21), Autunni (1933), Racconti di Natale (1938).

Tra gli altri suoi romanzi per adulti sono da ricordare: La leggenda di un vecchio maniero (1899);  Marbacka (1922) autobiografico; Ricordi d’infanzia (1932);la trilogia L’anello dei Löwensköld  (1925), Carlotta Löwensköld (1925) e Anna Swärd.

Nel 1814 la scrittrice è ammessa a far parte dell’Accademia di Svezia.

Dopo il Nobel e con i proventi del premio  riacquista la casa paterna di Märbacka dove tornò a vivere per tutto il resto della sua vita.

Muore a Märbacka nell’anno1940.

Dalle sue opere in cui la scrittrice aveva saputo ricreare antiche leggende nordiche  furono tratti film: La saga di Gösta  Berling con regia Stiller (1923); Il carretto fantasma di Sjostrom (1920). Il soggetto venne in seguito ripreso nel 1939 da J.Duvivier.

 

LIBRI

Il viaggio meraviglioso di Nils Olgerson  Il piccolo Nils, guardiano di oche, dispettoso e perdigiorno, cattura un folletto ma viene da questi miniaturizzato. Spaventato, raggiunge l’oca  Mårten che sta partendo per seguire la migrazione delle sue compagne e viene trasportato in volo. Nils si accorge di capire il linguaggio delle oche e si rende conto che la sua oca non è bene accetta nello stormo. Arrivano in Lapponia dove il ragazzo per necessità è costretto ad aiutare gli altri. Si guadagna l’amicizia delle oche e in particolar modo della loro capitana, dopo aver salvato un’oca dalle fauci di una volpe. Libera dai topi un castello e un giorno incontra l’autrice delle sue avventure che lo salva dall’attacco di una civetta. Intanto i genitori di Nils si trovano in difficoltà e stanno per vendere la fattoria. Il ragazzo arriva in tempo per salvare la sua amica Mårten, che lo ha preceduto, dal finire in pentola. La buona azione e quelle precedenti gli meritano il perdono del folletto. Ritornerà un bimbo normale, generoso, assennato e altruista.

                                                                                   

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ALTO VOLTA  1917 (428),  RUSSIA 1959 (2149),  SIERRA LEONE 1995 (2030),  SURINAME   2006,  SVEZIA 1958 (434/6), 1968 (637), 1969 (644), 1971 (707),

 

 

 

LAMB  CHARLES

(Inghilterra)

 

Nasce a Londra il 10 febbraio del 1775 e ivi muore il 29 dicembre del  1834.

Studia al Cristo’s Hospital dove conosce Samuel Taylor Coleridge, una amicizia che durerà per tutta la vita.  La sua gioventù non è felice: soffre saltuariamente di turbe psichiche, come pure la sorella Mary, con la quale scrisse alcune opere.  La sorella fu in seguito chiusa in una casa di cura dopo aver ucciso la madre in una crisi di follia. Ne uscì e fu affidata alla tutela del fratello.

Con la sorella Mary scrive alcuni libri per l’infanzia, Racconti tratti da Shakespeare (1807) nei quali tenta di avvicinare i giovani al grande drammaturgo, volgendo in prosa le sue opere maggiori e più note. Assieme alle Avventure di Ulisse tali scritti divennero classici per l’infanzia.

Assieme ad un gruppo di scrittori, Percy B. Shelley, William Hazlitt e Leigh Hunt, collabora con i suoi scritti a favorire le riforme politiche.  Dopo aver tentato con poco successo la poesia, si dedica alla critica, rivolgendo l’attenzione agli autori drammatici dell’epoca elisabettiana e contribuisce alla riscoperta del teatro inglese del XVI e XVII secolo con la sua opera Esempi di poeti drammatici inglesi che vissero all’epoca di Shakespeare (1808).

Il suo nome è legato soprattutto ai Saggi di Elia, raccolti in due volumi (1823 e 1833) che segnano la nascita di un nuovo genere letterario: il saggio romantico dove una vena di lirismo s’intreccia all’umorismo e ad osservazioni di costume.

 

FILATELIA

INGHILTERRA 1879  (BF)

 

 

LANDOLFI TOMMASO

(Italia)

  

Nato a Pico Farnese il 9 agosto del 1908. Morto a Roma l’ 8 luglio del 1979.

Rampollo di nobile famiglia, si laurea nel 1932 in lingua e letteratura russa all’Università di Firenze, discutendo una tesi sulla poetessa Anna Achmatova.  Inizia a collaborare con alcune riviste e giornali (“Letteratura”, “Campo di Marte”. “Il mondo di Pannunzio” e “ Corriere della Sera”).

Al 1937 risale la pubblicazione della prima raccolta di racconti, in precedenza apparsi su riviste, Dialogo dei massimi sistemi. A questi seguono  altri racconti, tra il fantastico e il grottesco, che caratterizzano la produzione del primo Landolfi, tra i quali spicca la novella gotica Racconto d'autunno, del 1947..

Dopo alcuni viaggi all’estero, Landolfi si stabilisce a Roma dalla quale si allontana per brevi soggiorni a Sanremo e Venezia, per frequentare i casinò locali,  e a Pico Farnese dove risiede la sua famiglia. Nonostante la sua vita mondana, non tralascia la passione per la scrittura e i suoi lavori sono apprezzati da Montale e da Calvino (che ne curerà una antologia nel 1982).

Landolfi è uno scrittore poco noto al grande pubblico, forse per la lingua baroccheggiante che usa nei suoi scritti o per essersi tenuto ai margini dei movimenti letterari italiani e stranieri che si susseguirono durante la guerra e nel dopoguerra.

Si dedicò anche alla letteratura per i giovani, scrivendo per essi Il principe infelice e altre storie per ragazzi (1943), La raganella d’oro (1954), Colloqui, racconti per bambini (1967), Filastrocche e nuove filastrocche (1968),

Tra le opere principali sono da ricordare: La biere du pecheur (1953), Rien va (1963), Des mois (1967), A caso, che nel 1975 vince il premio Strega. E ancora: La pietra lunare. Scene della vita di provincia (1939), II mar delle blatte e altre storie (1939); La spada (1942),  Mezzacoda, (1958), Un amore del nostro tempo, romanzo (1965); Racconti impossibili (1966). Faust '67, testo teatrale (1969); Breve canzoniere, dialoghi e poesie, (1971), Viola di morte, poesie, (1972), Le labrene, racconti, (1974),  Il tradimento, (1977), Del meno  (1978) .

Nel 1996, per volontà della figlia Idolina, nasce il Centro Studi Landolfiani, che pubblica il bollettino “Diario perpetuo”.

 

 

FILATELIA

ITALIA   2008

 

 

Langen  Annette

(Svizzera)

 

Nata nel 1967.

Visse l’infanzia tra i libri. Viaggiò con i genitori e conobbe molti paesi, una passione, quella del viaggio,  che, col passar del tempo,  non è venuta mai meno. La conoscenza, quindi, di popoli, persone, culture diverse e le varie esperienze e conoscenze influenzarono notevolmente la sua immaginazione e condizionarono le trame dei vari libri destinati ai giovani.

Lavorò come redattrice di libri per bambini. Cominciò a pubblicare nel 1989 e da allora scrisse oltre sessanta libri, alcune antologie e  traduzioni dall’inglese.

Il personaggio maggiormente presente è il leprotto Felix,  (Felix esplora il pianeta Terra, Il Natale di Felix, In giro per il mondo, Al circo…)

 

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SVIZZERA 2005 (1849/59)

 

 

 

LAWSON  HENRY

(Australia)

 

 

Nasce a Grenfell, Nuovo Galles meridionale,  il 17 giugno 1867. Muore a Sydney il  2 settembre 1922).

Sua madre,  Louisa Lawson (1848-1920), fu un'importante fugura nella lotta per il suffragio femminile, editrice e proprietaria del giornale “The Dawn”;  suo padre, Niels Larsen, era un pescatore norvegese che emigrò in Australia.  Dopo la nascita di Henry, il cognome delle famiglia venne inglesizzato in Lawson.

A sette anni, per una infezione alle orecchie diventa sordo. Dopo aver lasciato la scuola a causa della malattia, lavora col padre nell’edilizia, poi come pittore. Nel frattempo frequenta una scuola per completare la sua formazione, aiutato in questo dalla famiglia che ebbe su di lui grande influenza. 

Nel 1888 viene  pubblicata la sua prima storia His Father's Mate.

Nel 1896  si sposa ma si separa presto dalla moglie dopo un soggiorno a Londra (1900-1902).

Pur dedito all’alcool, fu una delle celebrità più note in Australia. Purtroppo i suoi concittadini lo incontravano per le strade di Sydney, particolarmente a Circular Quay a mendicare. Fu più volte arrestato e imprigionato nel carcere di Darlinghurst, una esperienza che raccontò nel volume One Hundred and Three (103) - il numero della sua cella – pubblicato nel 1908.

Alla sua morte, data la notorietà e la fama acquistata in tutta l’Australia,  ebbe un funerale di stato, presenziato dal primo ministro W. M. Hughes e da suo cognato Jack Lang (politico australiano), e da migliaia di cittadini.

Nonostante la sua vita difficile, ma in omaggio della sua opera Henry Lawson venne rappresentato sulle banconote da 10 Dollari Australiani emesse nel 1966, quando la valuta decimale fu introdotta per la prima volta in Australia. La banconota venne sostituita nel 1993 quando furono introdotte le banconote in polimero. Su di esse lo scrittore venne ritratto con lo sfondo della città di Gulgong in New South Wales.

Tra le sue opere maggiori sono da ricordare:  Gente del Bush (raccolta), I gerani della signora Spicer (romanzo breve), Racconti australiani (raccolta), When I was King and other verses (raccolta di versi), For Australia and Other Poems (raccolta di versi), The Country I Come From (raccolta), Children of the Bush (raccolta), Triangle of Life and Other Stories (raccolta), St Peter (poema),.A Child in the Dark, and a Foreign Father (storia), In the days when the world was wide (raccolta di versi), Joe Wilson and His Mates (raccolta), On the Track (raccolta), Verses, Popular and Humorous (raccolta di versi), While the Billy Boils (raccolta, include The Drover's Wife) .

Scrittore di poemi e di racconti diffusi anche tra la gioventù, tra cui White the Bikky Boils, On the Track and Over, The Sliprails, rappresenta con vivo rilievo la vita delle foreste.

Nelle sue opere descrive le condizioni della realtà australiana. Appartiene alla corrente narrativa del Novecento che vuole trasformare gli avvenimenti e le esperienze del secolo precedente fornendo una immagine del passato e del presente australiano in cui la nazione possa riconoscersi.

 

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AUSTRALIA  1991  (1227)

 

 

Lazar Lagin Yosifovych

(Russia)

 

Nato nel 1903. Morto nel 1979 Lazar Lagin (nato Lazar Ginzburg), scrittore  satirico e scrittore per bambini. E’ conosciuto per il suo libro «Il vecchio Hottabych» (1937), una favola (molto colorita a favore della ideologia comunista) in cui racconta la storia di un genio che viene liberato dalla sua prigionia da uno scolaro sovietico. Il genio, come prevedibile, ha qualche difficoltà ad adattarsi alla vita moderna e allo stile di vita comunista. Dal libro,  molto popolare tra i bambini, è stato tratto un film nel 1956.

 

FILATELIA

BIELORUSSIA,  2003/04/12 Annullo speciale e Cartolina postale

 

   

 

 

 

LEAR  EDWARD

(Inghilterra)

 

Ultimo di ventun fratelli, Lear nasce a Holloway (Londra)  il 12 maggio 1812. Trovatosi nella necessità di guadagnarsi la vita, inizia a quindici anni ad illustrare e disegnare uccelli e lo fa con tale abilità e talento da essere a diciannove anni assunto presso  la Società zoologica di Londra.

Nel 1832 pubblica la sua prima opera organica di disegni a colori dal titolo Illustrations of the Family of Psittacidae. Prepara molti disegni per vari naturalisti. Raggiuge tale rinomanza che il conte di Derby gli affida l’incarico di dipingere a colori gli esemplari zoologici della sua tenuta di Knowsley.  Entrato nelle grazie del conte e in particolar modo dei suoi nipoti, Lear disegna e scrive per loro il Libro delle sciocchezze, che, dato più tardi alle stampe, lo rese celebre.

Dal 1836 oltre al disegno degli animali alterna quello dei paesaggi. Nel 1837, a causa della salute precaria, si trasferisce a Roma, dove allestisce uno studio. Da Roma si spinge a visitare diverse parti d’Italia;  va in Corsica, in Albania, in Grecia, in Turchia, Egitto, Siria, Palestina, persino in India dove fu ospite  del viceré lord Northbrook. Di tutti questi viaggi rimane traccia nei Journals e in numerosissimi disegni di gusto classicheggiante, assai diversi da quelli umoristici e grotteschi che illustrano le sue opere ricche di humour.

Dal 1837 in poi fa sporadici viaggi in Inghilterra e fu in una di quelle occasioni che nel 1845, ha l’onore di dare lezioni di disegno alla Regina. Nel 1850 la Royal Academy ospita una mostra dei suoi disegni,

Amico di Tennyson, fin agli ultimi anni della sua vita, trascorsi per lo più a Sanremo, gode fama di brillante conversatore.

Muore a Sanremo il 30 gennaio 1888.

Tra le sue opere vanno ricordate Il libro dei nonsensi (1846),  Ancora nonsensi, vignette. Canzoni botanica (1872), Liriche buffe; un nuovo libro di nonsensi (1877), Nonsense Drolleries, The Owl and the Pussy-Cat, the Duck and the Kangaroo (1889). Nel 1889 illustra una edizione delle poesie di Tennyson.   Una raccolta di lettere di Lear viene stampata nel 1911. Postumi sono pure stampati The Jumblies and Other Nonsense Verses (1900) nonché nel 1952 una scelta di ‘Journals’ inediti.

Il suo nome è uno dei primi in cui i bambini inglesi, quando incominciano a leggere, si imbattono e cominciano ad amare. A ciò li induce la forma metrica dell’Autore, il limerick. Si tratta di una breve forma rimata e ritmata (aabba) di origine settecentesca. Lear  portò alla perfezione il genere del  nonsenso, grazie ad un uso originalissimo della cantilena del limerick,  facendo sì che il ritorno finale della rima  e delle parole iniziali suggellasse l’istantanea colorata e caricaturale di personaggi, abitanti un mondo astrattamente folle.

Il gusto del paradosso, dell’ironia, per altro verso presente in Lewis Carroll, rappresenta nella letteratura vittoriana una reazione al conformismo, una celebrazione della logica dell’assurdo,

 

OPERE

 

Limerick e nonsensi.  Sulla rivista di letteratura giovanile “LG Argomenti”, Genova, 1993, n.1, gennaio-marzo, p. 49, si legge “Limerick è  il nome di una città del sud dell’Irlanda, nelle vicinanza del fiume Shannon, ed è anche il nome di un tipo di breve poesia  popolare che una volta pare venisse recitata in coro con accompagnamento musicale. Non si hanno prove certe che spiegano i motivi per cui il nome della città sia passato ad indicare quel tipo di filastrocca. Uno studioso inglese ha avanzato l’ipotesi che l’origine del limerick debba collegarsi all’attività di una brigata militare, formatasi nella città di Limerick, per andare a combattere in Francia agli ordini e al soldo di Luigi XIV, il famoso Re Sole. L’ipotesi si basa sul fatto che, a quanto pare, nei primi limerick appaiono come protagonisti gli uomini di quel gruppo militare. I soldati della città di Limerick certamente non saranno stati raffinati ed eleganti signori in cravatta e doppiopetto, ma piuttosto rudi e bruschi giovanotti. Pare che quei militari si divertissero per passare il tempo ad inventare delle stroffette in versi, forse prendendosi in giro fra di loro e dicendosene magari di tutti i colori. Si sa come fanno e parlano e cantano i soldati quando si trovano in gruppo. Se tra di loro, nei momenti di allegria collettiva, cantavano e inventavano versi e strofe si sarà trattato certamente di antiche filastrocche popolari riutilizzate per l’occasione.

Si dice che i primi limerick fossero abbastanza indecenti e sconci. In quella brigata di irlandesi ciascuno inventava e cantava la propria filastrocca. Poi tutti in coro la ripetevano. Ma sarà andata veramente così? Chi lo sa!

Secondo un’altra congettura il nesso tra il nome della città di Limerick e il componimento in versi pare debba spiegarsi con un gioco di composizione di versi scherzosi che obbligava a ripetere il ritornello: “Will you come up to Limerick?”

Quel che si sa bene è come è fatto un limerick, nel senso di strofetta. Il limerick è una poesia senza senso, uno scherzo in versi, una bizzarrìa divertente. Quel che dice è pura invenzione. Per esempio

 

                    C’era   vecchio di   Dronero                         C’era una signorina di Lodi    

                    Che leggeva con un piede in aria Omero;    Di cui tutti cantavano le lodi;

                    Quando dal crampo si sentì trafitto              Si dedicava insieme all’arpa

                    Saltò giù dalla rupe a capofitto,                     e alla pesca della carpa,

                   Così finì quel vecchio di Dronero                  Quella compita signorina di Lodi.

                                                                                                                                                (C. De Luca)

 

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GRAN BRETAGNA  1988 (1334/37) Jersey 2010

 

 

 

LEFEBVRE de  LABOULAYE  ÉDOUARD RENÉ

(Francia)

 

Nasce a Parigi il 18 gennaio 1811.

Studia diritto e contemporaneamente, con la collaborazione del fratello Charles,  cura la conduzione di una fonderia di caratteri tipografici. Ma nel 1842, ottenuta l’avvocatura e l’iscrizione al foro di Parigi, abbandona l’industria.. Nel 1839 pubblica un saggio la Storia del diritto delle proprietà fondiarie in Europa da Costantino ai nostri giorni, opera premiata dall’Académie des Inscriptions, come altre due sue opere Ricerche sulla condizione civile e politica delle donne dai Romani sino ai giorni nostri (1843)  e Saggio sulle leggi criminali dei Romani concernenti la responsabilità dei magistrati (1845).

Nel 1845 viene eletto membro dell’Accademia stessa.

Nel 1849 occupa la carica di professore di legislazione comparata al Collegio di Francia. Collabora al periodico “Debats” e nel 1855 fonda la “Rivista storica di diritto”.

In politica,  esponente dell’opposizione liberale,  combatte la politica autoritaria del secondo Impero. Solo sotto il ministero Ollivier, che gli sembra vicino alle sue idee, cessa ogni opposizione al governo.

Dopo la caduta dell’Impero viene eletto all’Assemblea Nazionale, fa parte del centro-sinistra e sostiene Thiers. Nel 1875 viene eletto senatore inamovibile nella lista approvata dalla Assemblea Nazionale. Nel 1873, pur avendo cessato l’attività di insegnante presso il Collegio di Francia, ne ottiene la nomina ad  amministratore..

Fu autore di diversi saggi: La libertà religiosa  (1858), La proprietà letteraria in Francia nel XVIII secolo (1859), Storia politica degli Stati Uniti (1855-66 in 3 volumi), Il partito liberale: il suo programma e il suo avvenire (1863), Discorsi popolari (1869).

Si rivelò anche brillante scrittore con due romanzi a sfondo satirico e polemico sul conformismo e sulla mancanza di libertà democratiche nella società francese, Parigi in America (1863) e Il principe cane (1868).

Lefebvre fu anche un raccoglitore di fiabe, racconti di ogni tempo e paese, raccolti nel volume Fiabe blu (1846) e successivamente  nelle Nuove fiabe blu (1868)

Muore a Parigi il 25 maggio 1883.

 

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CUBA  2000 (3881)

 

 

 

 

LE PRINCE DE BEAUMONT JEANNE MARIE

 (Francia)

 

 Nasce  Rouen il 26 aprile del  1711 e muore a Chavanod, presso Annecy, l’8 settembre del 1780..

Sorella del pittore Jean Baptiste, si occupò attivamente dell’educazione dei bambini per i quali scrisse molte fiabe e romanzi per la gioventù.

Viene considerata come la prima scrittrice ad aver volontariamente adottato uno stile semplice, adatto a giovani lettori. Quantunque non fosse ben predisposta verso il genere fiaba, che considerava” pernicioso per i ragazzi”, fu soprattutto a questo genere che rivolse le sue attenzioni letterarie.

Nel 1748 pubblica a Nancy il suo primo romanzo  Il trionfo della verità, che dedica al re di Polonia  Stanislav Leszczynski, ma la notorietà gli viene quando sulla rivista “Le magazin des enfants” pubblica la fiaba La Bella e la Bestia, ripresa da una precedente fiaba scritta da Gabrielle-Suzanne del Villeneuve.

Tra le sue opere sono da ricordare:  Le Triomphe de la vérité, ou Mémoires de M. de La Villette (1748),  Lettre en réponse à l’Année merveilleuse (1748) ; Le Nouveau magasin françois, ou Bibliothèque instructive et amusante (1750-51), Lettres de Mme Du Montier à la marquise de ***, sa fille, avec les réponses, où l'on trouve les leçons les plus épurées et les conseils les plus délicats... pour servir de règle dans l'état du mariage (1756) , Magasin des adolescentes, ou Dialogues d'une sage gouvernante avec ses élèves de la première distinction (1760), Principes de l'histoire sainte, mis par demandes et par réponses, pour l'instruction de la jeunesse (1761), Instructions pour les jeunes dames qui entrent dans le monde et se marient, leurs devoirs dans cet état et envers leurs enfans (1764), Lettres d’Emerance à Lucie (1765) , Mémoires de Madame la Baronne de Batteville, ou la Veuve parfaite (1766), La Nouvelle Clarice, histoire véritable (1767) , Magasin des enfans, ou Dialogues d'une sage gouvernante avec ses élèves de la première distinction, dans lesquels on fait penser, parler, agir les jeunes gens suivant le génie, le tempérament et les inclinations d'un chacun... on y donne un abrégé de l'histoire sacrée, de la fable, de la géographie, etc., le tout rempli de réflexions utiles et de contes moraux (1756-Londres), Magasin des pauvres, artisans, domestiques et gens de campagne (1768), Les Américaines, ou la Preuve de la religion chrétienne par les lumières naturelles (1770), Éducation complète, ou Abrégé de l’histoire universelle, mêlé de géographie et de chronologie (1772), Contes moraux (1774), La dévotion éclairée, ou magasin des dévotes (1779) ,

Fiabe :   Aurore et Aimée, La belle e la bete,  Belote et Laidronette, Conte des trois souhaits , Conte du pêcheur et du voyageur,  Joliette,  La curiosité, La veuve et ses deux filles, Le Prince charmant Le Prince Chéri,  Le Prince Désir,  Le Prince Fatal et le Prince Fortuné,  Le Prince Tity

 

FIABA

 

La Bella e la Bestia  Un mercante al ritorno da un viaggio trova riparo in un palazzo apparentemente d

isabitato. Prima di ripartire raccoglie nel giardino una rosa per sua figlia Bella. A questo punto appare la Bestia che gli impone di rimanere al suo servizio a meno che non venga sostituito con sua figlia. La figlia accetta. Viene trattata come una signora e padrona ma non vuole sposare il mostro. Dopo qualche mese ritorna a casa per una breve visita. Durante la visita viene avvertita che il suo padrone giace in fin di vita. La fanciulla si precipita al suo capezzale e il quel momento capisce di amarlo e decide di sposarlo. La promessa rompe l’incantesimo e la Bestia si trasforma in un bellissimo principe.

Dalla fiaba Walt Disneu trasse un film a cartoni animati.

 

 

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GRAN BRETAGNA (Jersey) 2005 (1207),  GRENADINES 1997 (2155),  NEVIS 1996 (949),  S.ELENA  2000 (757),  S.VINCENT 1992 (1640/54+BF 194/5),

 

  

 

Levstik  Fran

 (Slovenia)

 

Nato a Spdje Retnje il 28 settembre 1831 e morto a Lubiana il 16 dicembre 1887.

Iscritto al liceo di Lubiana, non riuscì a ottenere la maturità. Durante il periodo scolastico cominciò a farsi conoscere per una serie di poesie che fece pubblicare nel 1854.  In quell’anno, non avendo titoli per frequentare l’università, entrò in seminario e fu aggregato al collegio germanico di Olomouc dove imparò il ceco e nel 1885 tradusse i manoscritti apocrifi di Kràlo Dvor.

Il suo libro di poesie aveva intanto suscitato l’entusiasmo dei giovani,  il biasimo degli ambienti conservatori e l’intervento del clero e delle autorità. Il libro fu confiscato e in seminario gli fu imposto di rinnegare l’opera  o di lasciare la carriera ecclesiastica.  Lasciò il seminario e si recò a Vienna dove seguì i corsi dello slavista Miklosic. Poi tornò a piedi in patria e per vivere si diede a varie occupazioni. Fu insegnante, bibliotecario, segretario della Matica, la società letteraria centrale slovena, e attivo    collaboratore del giornale “Ljubljanski Zvon”.                        

Continuò a pubblicare poesie, saggi in forma di diario come Viaggio da Litijaa Katez e il romanzo Martin Krpan di Vrhà (1958), in cui elaborò motivi folkloristici e per il quale è maggiormente conosciuto. Racconta la storia di un uomo forte, contrabbandiere di sale nel periodo in cui gli inglesi detenevano il monopolio. Durante un trasporto clandestino si imbatte nell’imperatore e lo aiuta ad uscire da una incresciosa situazione, usando solo la sua forza. Un anno dopo a Vienna lo stesso imperatore, di fronte ai vani tentativi dei suoi soldati  di liberare la città dal gigante Brdavs, memore della erculea forza di Krpan, richiede il suo intervento. Martin, per la sua vittoria, ottiene il controllo del sale nella regione.

Levstik si occupò anche di critica estetica, linguistica e sociale.

I suoi ultimi anni furono duri perché colpito da una malattia che lo faceva soffrire penosamente. Per alleviare i dolori si rivolgeva a Dio cercando in Lui un sostegno.

 

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JUGOSLAVIA   Anno 1965    (1304),  1981  (1792),   SLOVENIA  Anno  2002  (355/7)

 

 

 

LEWIS CLIVE STAPLES        

(Inghilterra)

 

Poeta, critico, apologeta cristiano, scrittore di fantascienza e narratore per bambini, Lewis nasce a Belfast il 29 novembre del 1898.

Rimasto orfano di madre in tenera età, la sua infanzia è piena di solitudine, di stanze piene di libri, di mondi immaginari, come lui stesso scrisse nella sua autobiografia Sorpreso dalla gioia. I primi anni della mia vita (1955) e A Grief Observed (1961), un’opera toccante in cui racconta la sua breve esperienza del matrimonio con una donna gravemente ammalata.

Il suo libro Pilgrim’s Regress (1922) documenta la sua adesione al cristianesimo.  Anche nel libro curioso Le lettere a Berlicche (1942) affronta il tema religioso, raccontando le tecniche che si devono usare quando si vuole far opera di tentazione.

Dal 1926 al 1954 Clives è insegnante nel Magdalen College di Oxford e successivamente professore a Cambridge fino al 1963. In quel periodo stringe amicizia con J.K.K.Tolkien e Charles Williams e fa parte del circolo degli ‘Inklings’ (gli imbrattatori di inchiostro).

Scrisse parecchie poesie raccolte in Spirits in Bondage (1919), Dymer (1926); i romanzi di fantascienza Lontano dal pianeta silenzioso (1938), Peralandra (1943), Questa orribile forza (1945).

Per i giovani creò in sette romanzi il ‘Ciclo di Narnia’ (1950/56), la saga di un mondo parallelo al  nostro, dominato dalla saggia volontà del leone Aslan.

La sua fama di specialista del Rinascimento e di critico letterario è legata all’opera La letteratura inglese del secolo XVI (1954) e allo studio sulla tradizione allegorica dall’amor cortese in Spencer, L’allegoria d’amore (1936).

Lewis muore a Oxford il 22 novembre del 1963.

 

LIBRI

Il ciclo di Narnia comprende i romanzi per giovani, ma per l’Autore validi anche oltre perché, afferma, “un libro non merita di essere letto a dieci anni, se non merita di essere letto anche a cinquanta”. La saga è composta da  Il nipote del mago (1950), Il leone , la strega e l’armadio (1950), Il principe Caspian (1951), Il viaggio del veliero (1952), La sedia d’argento (1953), Il cavallo e il ragazzo (1956), L’ultima battaglia (1956).

L’Autore racconta  all’amico Tolkien, cui lesse i primi capitoli del Leone, la strega e l’armadio, che a ispirarlo a scrivere il ciclo fu un sogno popolato di leoni al quale si unì lo stimolo di un rinnovato interesse per la simbologia cristiana. Quattro ragazzi si incontrano e vengono proiettati in un mondo parallelo, governato dal leone Aslan. In varie avventure si imbattono in protettori e nemici, fauni, ninfe, streghe, animali parlanti, guerrieri eroici e persino Babbo Natale. Ricevono doni magici, devono affrontare prove difficili per arrivare a scoprire il loro mondo interiore. Il ciclo è una allegoria cristiana che impone l’accettazione di responsabilità, di sofferenze con la consapevolezza che ad ognuno è affidato un compito diverso.

                                                                                                     

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AUSTRIA  2005, INGHILTERRA 1998  (2037),  NUOVA ZELANDA 2005 (2206/10+BF 203/7)

             

 

 

 

 

LINDGREN  ASTRID

(Svezia)

 

 “La Selma Lagerlöf  di Vimmerby” come, con suo grande disappunto, veniva chiamata a scuola dai compagni, nasce il 14 novembre del 1907 nella Svezia meridionale, nella regione dello Smaland.

Seconda figlia del fattore Samuel August Ericson e della di lui moglie Hanna, trascorre una infanzia felice e spensierata accanto al fratello Gunnar e alle sorelle Stina e Ingegern, in un ambiente che in seguito fu fonte principale di ispirazione  in buona parte dei suoi libri.

Una prole, quella dei Lindgren destinata a lasciare un segno nel campo letterario: il fratello scrisse satire, una sorella era traduttrice e l’altra giornalista.

Terminate le scuole, a causa di una gravidanza al di fuori del matrimonio, Astrid deve trasferirsi a Stoccolma per sfuggire al clima di moralismo e di disapprovazione da cui fu subito circondata. Dopo la nascita di Lars, la Lindgren, a causa di difficoltà economiche, è costretta a dare il neonato in affidamento ad una famiglia di Copenhagen.

A Stoccolma trova una occupazione come segretaria in un ufficio dell’Automobil Club del Regno e nel 1931 spos il suo direttore, Sture Lindgren.  Nel frattempo, essendosi ammalata la madre affidataria, la Lindgren porta il figlio nella casa dei genitori e solo a mseguito del matrimonio lo riprende con sé. Nel 1934 nasce la figlia Karin.

Astrid non aveva mai pensato di diventare una scrittrice. Divenne innanzitutto una narratrice quando nel 1941 la figlia Karin, settenne, costretta a letto da una polmonite, inizia a  raccontarle una storia che continuava sera dopo sera, inventando sempre nuovi personaggi attorno alla figura  di una bimba particolare, dotata di una forza prodigiosa e di una inventiva senza limiti, che la figlia battezzò Pippi Calzelunghe.

In seguito, è Astrid a dover rimanere immobile  per una distorsione ad una caviglia, dovuta ad uno scivolone sul ghiaccio.. Costretta all’immobilità… ne approfitta per diventare scrittrice, iniziando a scrivere le varie storie da lei inventate attorno alla figura di Pippi. Il manoscritto originale, da lei illustrato  è il suo dono alla figlia in occasione del decimo compleranno.

Una copia del manoscritto viene inviata ad un ’editore il quale lo  rifiuta, ritenendolo troppo trasgressivo.  Ma ormai la mania di scrivere per ragazzi era iniziata e non fu troncata dal rifiuto. La scrittrice invia alla casa editrice Rabén e Siogren, che aveva bandito un concorso, un altro manoscritto Britt-Mari (1944), un libro di genere rosa che ottenne il secondo premio e la pubblicazione. L’anno successivo manda alla stessa casa editrice Pippi Calzelunghe, opportunamente riveduto. Il romanzo fu subito pubblicato e fu un successo.

Nel 1945 la scrittrice divenne caporedattrice presso la stessa casa editrice, dove rimase fino al 1970.

Astrid Lindgren nella sua carriera di scrittrice per l’infanzia ha pubblicato oltre cinquanta libri, tra i quali emergono i gialli con protagonista  Kalle Blomqvist  (1946-1953);  Il libro di Bullerby (1946-52), Mio, piccolo Mio (1954), Karlsson sul tetto /1955); Rasmus il vagabondo (1956) che ottenne  premio internazionale Andersen del 1958; Emil (1963), Emil il terribile (1966); Vacanze all’Isola dei gabbiani (1964), sul tema delle vacanze estive lontano dai genitori; I fratelli Cuordileone (1973) sul tema della morte; Ronja (1981),  storia ambientata tra i briganti.

Per tutte le sue storie e per i personaggi la scrittrice ha attinto ai ricordi della sua infanzia, alle storie legate alla sua terra e al mondo agreste in cui aveva vissuto. Molte le traduzioni nel mondo e parecchi i film e gli sceneggiati televisivi tratti dalle sue opere.

Ottenne riconoscimenti e premi tra cui l’Andersen Award nel 1958; la medaglia d’oro dell’Accademia svedese nel 1971; il Lewis Carroll Shelf Award nel 1973; l’International Book Award dell’Unesco nel 1993. Le furono conferite varie lauree ad honorem dall’Università di Linkoping, Svezia (1973), della Leicester University, Gran Bretagna, nel 1978 e dell’Università di Varsavia nel 1989.

Nel 1997 fu nominasta personaggio svedese dell’anno. Curiosa è la reazione della scrittrice che inm quell’occasione disse: “Non capisco come possiate nominarmi personaggio dell’anno, io che sono cieca e sorda e mezza pazza.  Faremo meglio a non dirlo tgroppo in giro, sennò penseranno che tutti in  Svezia siano come me.W”

Astrid Lindgren muore a Stoccolma, all’età di 94 anni, il 28 gennaio del 2002. Nello stesso anno il governo svedese ha istituito un premio letterario per la letteratura rivolta ai giovani, dedicato alla scrittrice del valore di cinque milioni di corone svedesi (pari a circa 540.000 euro) Attualmente è il premio di maggior rilievo per questo settore.

Sempre nel 2002 la sorella minore  Stina Hergin pubblica il libro C’era una volta una fattoria che racconta l’infanzia delle due sorelle nella fattoria paterna.

OPERE

Emil  Emil è un supermonello, sempre immerso in una fantasmagoria di situazioni esilaranti, ambientate nella campagna nordica. Nel romanzo non vi è una traccia unitaria, ma una serie di episodi in cui Emil è coinvolto, combinandone di tutti i colori. Infila la testa in una zuppiera; solleva la piccola Ida sull’asta di una bandiera; rovescia una pentola di sanguinacci addosso al padre; intaglia il suo centesimo cavallo di legno; terrorizza con un cavallo tutto il villaggio; combina affari pazzeschi all’asta di Backhorva; inventa sistemi per strappare molari; mette ranocchie nel caffè e altro ancora. Un vero Giamburrasca del nord.

Karlson sul tetto   Nel caseggiato di una via di Stoccolma abita la famiglia Svantesson, composta da padre, madre e tre figli. Il più piccolo, Svante, detto Fratellino, ha sette anni. Nel palazzo abita anche un ometto strano: abita sul tetto, non si lascia mai vedere da nessuno ed è capace di volare, avendo un’elica sulla schiena. Gli basta azionare un pulsante che ha vicino all’ombelico.Fratellino, durante una delle sue scorribande con guai annessi, lo incontra e parla con lui. Quando lo dice, nessuno gli crede. Tutti pensano che sia un suo amico immaginario su cui Fratellino riversa la colpa di tutte le sue marachelle. Per essere creduto cerca di organizzare un incontro fra i suoi familiari e altri membri del caseggiato col misterioso omettino ma questi non si fa vedere. Lo vedranno solo due amici di Fratellino, venuti in visita assieme al loro cane. I genitori, preoccupati, decidono di regalare al figlio un cane affinché trovi nell’animale un amico vero. Solo allora Karlson si lascerà vedere da tutti.

Pippi Calzelunghe  Nella Villa Villacolle vive Pippi, una bimba di nove anni, orfana. Con lei vivono un cavallo e una scimmietta. Pippi si è resa indipendente, non vuole nessuno attorno a lei. È capace di provvedere a se stessa e per vivere attinge ad una una valigia piena di monete d’oro lasciatale dal padre, capitano di marina, morto per essere volato via dal ponte di una nave durante una tempesta. Pippi però è convinta che non sia morto, anzi sia diventato il re di una tribù indigena e prima o poi tornerà. Pippi non va a scuola e fa quello che le pare. I suoi vicini di casa sono Tommy e Annika, bimbi educati, ordinati e puliti i quali, quando conoscono Pippi, vengono soggiogati dalla sua vitalità tanto che la loro vita diventa piacevole, movimentata e caotica. Ciò non piace ai genitori i quali, saputo che Pippi vive da sola, nel più completo disordine, cercano di farla chiudere in un orfanotrofio. Ma Pippi, dotata da una forza prodigiosa: riesce persino a sollevare il suo cavallo, mette in fuga gli agenti venuti per condurla via; sconfigge alcuni ladri; discute con la maestra e la convince a concederle di non frequentare la scuola finché non sarà più grande. Intanto, come aveva sperato, il padre ritorna e confessa di essere veramente il capo di una tribù che vive nell’Isola di Cip Cip. Invita la figlia a seguirlo, ma al momento dell’imbarco Pippi ci ripensa. Vuole rimanere con i suoi amici Tommy e Annika. Sull’isola andrà l’anno dopo, in vacanza e in compagnia degli amici.

 

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SVEZIA 1969 (638), 1987 (1415/24), 1996 (1926), 2000 (2136/8), 2002 (2257/63), SVIZZERA  1984 (1215)

                                                                                                                                           

 

LINDSAY NORMAN WILLIAM

(Australia)

 

 

Nato a Creswick, Vittoria, il 22 febbraio del 1897. Morto il 21 novembre del 1969.

Artista, scultore, produttore, vignettista. Era figlio di un chirurgo, il quinto di dieci figli.

Divenne un artista assai noto in Australia per  le sue illustrazioni, le acqueforti, gli acquarelli, i quadri ad olio e le sculture in calcestruzzo e in bronzo.

Le sue opere pittoriche erano alquanto discutibili. Nel 1940 la seconda moglie, Rosa, per proteggerle dall’imminente conflitto, decise  di trasferirle in luogo sicuro. Scoperta dai funzionari americani che le ritennero pornografiche, vennero bruciate.

La sua abilità pittorica  fu  da lui utilizzata in opere  illustrate, fumetti, stampe di vario tipo e per illustrare opere da lui scritte e destinate all’infanzia.

Scrisse e illustrò nel 1918 un classico per bambini Il pudding magico e una novella Redhea, basato sul suo luogo natio. Quest’ultima venne vietata dalla censura.

Lindsay nel  1901, assieme al fratello Lionel, aveva fondato ”Il bollettino di Sydney” un settimanale che durò per oltre cinquant’anni e sul quale pubblicò vignette, illustrazioni a carattere satirico-politico.

Legato a scrittori quali Kenneth Slessor, Francis Webb e Hugh McCrae, illustrò le loro opere e al tempo stesso scoprì altri nuovi illustratori: Roy Krenkel, Frank Frazetta e Ernest Moffitt.

Lindsay viaggiò a lungo, venne anche in Italia e a Napoli illustrò a penna e inchiostro il Satyricon di Petronio.

Molti suoi romanzi furono adattati in cinematografia e per la televisione.

Tra le sue opere sono da ricordare: Curate in Boemia (1913), Redheap (1930),  Miracoli tramite Arrangement (1932),  Saturdee (1932),  Filtri nel salone (1933),  Amorist prudente (1934).  Età di consenso (1935), Cugino dal Fiji (1945). Dovunque a  metà strada (1947),  Polvere (1950) , nonché i libri dei bambini:  Il pudding magico (1918) La strada principale Flyaway (1936)

 

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AUSTRALIA Anno 1985  (917)

 

 

 

LINKOW MIKHAS

(Bielorussia)

 

Nato il 18 novembre del 1899 a Zazyby, regione del Vitsebsk. Morto nel 1975.

Mikhas Linkow, scrittore in prosa, autore di opere per bambini, critico letterario, studioso e  personaggio politico, era figlio di un ferroviere.

Dopo aver conseguito la laurea, lavorò come insegnante.

Durante l'invasione tedesca del 1918,  Linkow fu uno dei comandanti della guerriglia. Dopo la guerra tornò all’insegnamento e contemporaneamente collaborò con varie testate giornalistiche.  Nel 1930 si trasferì a Minsk, dove lavorò per  l'Unione bielorussa degli scrittori. 

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu corrispondente di guerra in prima linea e a guerra conclusa, divenne il direttore dell’Istituto di Letteratura, Lingua e Arti presso l'Accademia delle Scienze della Bielorussia.  Dal 1940 al 1975 fu eletto deputato al Consiglio supremo della Bielorussia. 

 Pubblicò la prima poesia nel 1919 e il primo racconto nel 1926.  Dedicò la sua attività letteraria non solo agli adulti ma anche ai ragazzi, toccando in entrambi i casi l’argomento guerra, rivoluzione, cambiamento della mentalità e delle prospettive a seguito di un nuovo ordine sociale.

 Fu insignito di tre Ordini di Lenin, tre onorificenze della Bandiera Rossa del Lavoro, della Medaglia Rossa e diverse altre medaglie. 

Fu anche nominato membro della Accademia delle Scienze della Bielorussia '(1953).  Nel 1968 ottenne il Premio azionale Yakug Kolas.

Varie strade in Bielorussia portano il suo nome.

 

FILATELIA

BIELORUSSIA  1999  Annullo speciale e cartolina postale.

 

 

LIONNI  LEO

(Italia)

 

Nato ad Amsterdam il 5 maggio 1910. Morto a Radda in Chianti l’11 ottobre 1999.

Pittore, grafico, scrittore e illustratore di libri per ragazzi, nato da famiglia italiana trasferitasi ad Amsterdam, rientrò in Italia nel 1929 per studiare economia e si laureò nel 1935.  Cominciò subito ad interessarsi di design. Nel 1939, causa le leggi razziali italiane, dovette emigrare negli Stati Uniti. A Philadelphia si indirizzò all’attività grafica, divenne art director per alcune campagne pubblicitarie e  lavorò per la rivista “Fortune”. Collaborò in quegli anni con Steinberg, Andy Warhol, Calder, de Kooning, Léger.

Tornato in Italia nel 1962 iniziò una nuova carriera come scrittore e illustratore di libri per bambini.

Morì nel 1999 all’età di 89 anni.

Per ragazzi scrisse: Piccolo blu e piccolo giallo, Un colore tutto mio, Federico, Pezzettino, Un pesce è un pesce, Guizzino, La casa più grande del mondo, Il sogno di Matteo, Il topo dalla coda verde, Alessandro e il topo meccanico, Cornelio.

 

FILATELIA

USA  Anno 2006  (3743)

 

Lira Carmen (Maria Isabel Carvajal)

(Costarica)

 

Nata nel 1888. Morta il 13 maggio1949.

Attivista ed esponente attiva del Partito Comunista, scrisse nel 1918  il primo romanzo, En una silla de ruedas. E’ la  storia di un ragazzo paralizzato che cresce fino a diventare un artista. Nella vicenda si amalgamano sentimentalismo e descrizioni della vita boehemienne di San Josè.  Seguì una raccolta di racconti popolari che la rese nota al pubblico, Cuentos de mi tia Panchita (1920), opera che fu continuamente ristampata. Fu tradotta in  inglese col titolo La voce della sovversiva Carmen Lira.

Carmen Lira fu una educatrice. Lavorò inizialmente come infermiera, poi come giornalista, fondatrice nel 1910 del Centro di corsi serali “Germinal”  e avviò la prima Scuola Montessori nell’ America Latina (1926). 

Ebbe un ruolo nel piano di organizzazione femminile che culminò con l’incendio di una sede giornalistica e col rovesciamento della dittatura dei fratelli Tinoco (1916).

Ricevette una borsa di studio che le permise di frequentare la Sorbona a Parigi.

Nel 1920 tradusse  in spagnolo  Il Manifesto Comunista.  Allontanata nel 1933 dal suo lavoro di insegnante, assunse la guida dei lavoratori di banane, organizzando uno sciopero nazionale nel 1934. Scrisse per l’occasione il libro Bananos y Hombres.

Organizzò per i bambini un teatro di burattini.

Nel 1948, costretta all’esilio politico in Messico dopo la guerra civile in Costarica,  vi morì.

L’Assemblea Legislativa della Costarica  la onorò nel 1976 col titolo di  Benemerita della Cultura Nazionale.

 

FILATELIA

COSTARICA Anno 2007 (844)

 

 

 

 

 

LOBATO JOSÉ BENTO MONTEIRO

(Brasile)

 

Usò durante la sua carriera letteraria una molteplicità di pseudonimi. Il suo vero nome era Josè Renato e si racconta che all’età di dieci anni, avendo trovato un bastone con sopra incise le iniziali J.B.M.L.,  cambiò il suo nome in Josè Bento e lo mantenne per tutta la vita.

Nato a Taubaté (S.Paolo) il 18 aprile 1882, si trasferisce a tredici anni con la famiglia a S. Paolo per continuare gli studi che conclude nel 1904, ottenendo la laurea in legge. Profondo lettore di autori come J. De Alencar, M.Coelho Neto, A.Herculano, A.Daudet, J.M. de Macerd, comincia subito a dedicarsi alla letteratura, collaborando con le riviste locali e formando con R.Gonçalves, G.Ranger, L.Moreira e A.Nogueira il gruppo “Minarete”, di formazione parnassiana ma attento agli interessi del suo paese.

Dal 1904 al 1911 presta servizio nella magistratura. Lascia tale lavoro in seguito ad una eredità ricevuta, consistente in una tenuta agricola. La sua intenzione è quella di occuparsene e di tentare esperimenti attraverso la meccanizzazione e usando nuovi sistemi produttivi.

Contemporaneamente si  occupa anche di letteratura con articoli e racconti pubblicati su “O estado de São Paulo”.

L’esperimento nel campo agricolo fu un fallimento, tanto che nel 1917 è costretto a vendere la tenuta agricola.  Nel 1918  acquista la “Revista do Brasil”,  pubblica il suo primo libro di racconti Urupès e crea la Casa editrice Monteiro Lobato. Il suo intento era quello di lanciare sul mercato una gran quantità di libri, attraverso l’uso di costosi macchinari, e di raggiungere con le sue opere tutti coloro che sapevano leggere. Fu un altro fallimento. Nel 1925 la sua editrice, acquistata da altri, diventerà “La Companhia Editora Nacional”.

Trasferitosi a Rio de Janeiro, entra nel campo diplomatico e vi rimane, di stanza a New York e a Washington, dal 1926 al 1931, in qualità di addetto commerciale..

Uomo inquieto e amante della libertà, al suo rientro in Brasile prende parte alle lotte democratiche per il miglioramento e lo sviluppo del settore minerario e petrolifero.  I suoi attriti con il presidente G. Vargas, lo portano  a conoscere, nel 1941, il carcere. Purtuttavia dal carcere suggerisce al presidente brasiliano l’idea della nazionalizzazione del petrolio.

Uscito dal carcere, deluso e amareggiato, trascorre il resto del suo tempo a rivedere e a curare l’edizione completa delle sue opere: 34 volumi di cui 17 per bambini, tutti legati al ciclo Narizinho

Sin dal 1922 nel campo letterario si era proclamato contrario al modernismo e nelle sue opere si era sempre battuto a favore dell’arretratezza e delle miserie dei coloni dell’interno di cui il governo si era sempre disinteressato

La sua fama nel paese e oltre confine gli derivò dalla pubblicazione di diciassette libri per ragazzi che hanno fatto di lui uno dei migliori autori nel campo della letteratura per l’infanzia brasiliana. Lobato si rifà spesso ad autori europei, in particolar modo La Fontaine, di cui ‘brasilianizza’ le favole, lasciando opere che sono dei piccoli capolavori, come Reinações de Narizinho (1921), Il Marchese di Rococò (1922), Viaggio al cielo (1932); un romanzo di fantascienza O coque das raças ou o presidente negro (1926), in cui immagina gli Stati Uniti nel 2228 sotto la guida di un presidente nero; volumi di cronache, di memorie, di viaggi: Idéias de Jeca Tatu (1919), Ferro (1931) America (1932), O escândalo do petròleo (1936). A questi si aggiungono i racconti Urupês, Cicades mortas (1919), analisi di cittadine della Valle di Paraida dove si trovavano estese coltivazioni di caffè, ormai in decadenza.; Negrinha, (1920), L’onda verde (1921), Mundo de lua (1923), Il macaco che divenne uomo (1923).

Nel campo del racconto furono suoi maestri, e ne segui le orme,  Maupassant, Castelo Branco, Eça de Queiròs. Usò spesso una prosa piena di metafore, di neologismi, di aggettivi. La sua è una prosa di tipo orale con largo uso nei racconti della prima persona.

Monteiro Lobato muore a S.Paolo il 5 luglio 1948.

 

 LIBRI

 

Narizinho  Si tratta di varie opere che hanno per protagonista Narizihno, una bimba che vive nella Fattoria del Bosco Giallo assieme alla nonna e ad una tata di colore. L’intera serie ebbe una diffusione straordinaria. Dalle 50.000 copie della prima edizione si passò a centinaia di riedizioni in Brasile e in altre nazioni.  I bambini brasiliani ebbero così la possibilità di conoscere le fiabe europee attraverso l’interpretazione di un autore brasiliano che le adattò alla loro vita quotidiana.

 

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 BRASILE  1955 (612), 1973 (1055/9), 1982 (1528)

 

 

Lofting Hugh John

(Inghilterra)

 

Nato a Maidenhead, Berkshire  il 14 Gennaio 1886 . Morto a Topanga, California il (1886/1/14) 26 settembre 1947.

Ebbe la sua prima educazione presso il St.Mary Colleghe a Sheffield, dopo di che si recò negli Stati Uniti nel 1904 per ottenere la laurea in ingegneria civile presso il Massachussets Institute of Technology.  A Londra studiò presso il Politecnico.

Viaggiò molto come ingegnere civile, in Canada, con la Ferrovia Lagos, e le Ferrovie di La Habana, Cuba. Nel 1912, sposò Flora Piccolo dalla quale ebbe due figli.  Si arruolò nella Guardia irlandese per servire durante la prima guerra mondiale.

Cominciò in quel periodo a scrivere lettere di fantasia ai suoi figli per spiegar loro la brutalità della guerra. Furono quelle l’embrione da cui in  seguito nacque la sua opera più famosa e di successo: il Dottor Dolittle.

Gravemente ferito in guerra, si trasferì nel 1917 con la famiglia a Killingworth, nel Connecticut,  e fu impiegato nel Ministero della Guerra, nel Reparto Informazioni. La sua prima moglie morì nel 1927, e la seconda moglie nel 1928. Passò in terze nozze con Josephine Fricker, nel 1935.

La Storia del dottor Dolittle ebbe inizio nel 1920 e continuò in un lungo sequel di venti romanzi sino al 1940. Nel 1922 il terzo romanzo  I viaggi del dottor Dolittle (1922), vinse il prestigioso Newbery Medal. La serie è stata adattata per il cinema, la televisione e la radio.

John Dolittle è un medico molto apprezzato e stimato, ha una bella moglie e due figlie adorabili. Tutto sembra girare per il verso giusto, quando comincia ad accadere qualcosa di strano. Dolittle, scopre di avere la capacità di poter parlare con gli animali. Dopo i primi momenti di terrore, i nuovi "pazienti" animali, affollano il suo studio. Tutta la sua famiglia lo crede pazzo. Ma a poco a poco l'effetto sorpresa si attenua e Archer, il padre di Dolittle, spiega alla nuora che John ha avuto questa capacità sin da piccolo.

Altre opere per ragazzi:  La storia della signora Tubbs (1923); Tommy, Tilly, Tubbs e signora (1936),  libri illustrati rivolti a un pubblico giovanile in cui una vecchia  donna parla con i suoi animali che l’aiutano a tirarsi fuori dai guai. Porridge di Poesie (1924);. Noisy Nora (1929), un ammonimento alle ragazze che mangiano troppo. The Twilight of Magic (1930), storia rivolta ai lettori adulti in cui l’autore  parla della magia che  sta morendo e dell'inizio della scienza. Vittoria per i morti (1942), libro per adulti. Si tratta di un poema in sette parti  circa l'inutilità della guerra, in cui è presente il ritornello "In guerra i vincitori sono solo gli uccisi".

 

FILATELIA

JERSEY  Anno 2010 (1540)

 

LO KUAN-CHUNG  pseud. di LO PEN

(Cina)

 

Nato probabilmente sotto la dinastia Yuan (1280-1367) ma assai conosciuto sotto quella successiva dei Ming (1368-1644). Sua patria di origine sembra sia stata lo Shansi o forse il Chekinag: avrebbe dimorato a lungo nello Hangchou.

Prosatore girovago scrisse molte composizioni drammatiche in una lingua assai popolare e nota. Gli vengono attribuite le opere Shui Hu Chuan e la compilazione del  San Kuo Chih Yen I, un’opera molto popolare.

A lui sono pure attribuiti decine di romanzi popolari tra cui il Romanzo di Sui e dei T’ang   e Il romanzo dei T’ang, forse in origine appartenenti ad una opera unica.

 

LIBRI

Il San-kuo  ien I  o Romanzo dei tre regni è stato definito l’Iliade dei cinesi, per la sua enorme popolarità. Opera di genio e al tempo stesso straordinaria.  Suddiviso in 120 libri, è folto di episodi che si connettono alla storia dei tre regni di Su, Wei e Wu e riportano episodi accaduti. L’autore ha il difetto di distribuire simpatie e antipatie, falsando il contenuto. Più che romanzo storico, è una storia romanzesca

Sui hu Chuan o Storia della riva del lago o I briganti della palude, è superiore al precedente. Si tratta di una epopea che ruota attorno ad un brigante-eroe. Sung Kiang e alla sua banda che , messo il quartiere generale  sulle rive del lago Liang-Sang, nello Shan.Tung, per anni resistette agli eserciti dell’ultimo imperatore dei Sung settentrionali (1120-1125). Si tratta di un racconto vivace, fantasioso, con scene realistiche. Efficacissima è la rappresentazione di oltre cento personaggi, ognuno dei quali finisce per diventare un tipo. La lunghezza dell’opera varia nelle varie edizioni da 70 a 150 capitoli. Si diffuse rapidamente in Cina e in Giappone. Esiste una recente versione in tedesco ad opera di F.Kuhn.

Poiché l’opera esalta l’azione dei banditi contro lo stato, fu riprovato dai moralisti confuciani, ma proprio per questo letta sempre avidamente.

         

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 BARBUDA 1999 (20 valori in 4 BF),  CINA 1987 (2860/3+BF 46), 1988 (2912/5*BF 48), 1989 (2141/4), 1990 (3035/8), 1991 (3099/102+BF 62), 1992 (3130/3),  1993 (3171/4), 1994 (3258/61+Bf 73),  1998 (3608/11+BF 98),   CONGO 2002 (1522N a 1522 AH+BF 60A e 60D),  FORMOSA 2000 (2519/22+BF 62),  2002 (2665/68+BF 92), 2005 (2924/7+ BF 115),  MACAO 2001 (1057/60+BF 106), 2003 (1142/7+BF 127), 2004 (1201/4+BF 137),   MICRONESIA 1999 (612/6+BF 54)

 

 

 

 

LONDON  JACK  o John Griffith London

(U.S.A.)

 

Scrittore di avventure immaginate, visse una vita breve ma densa di avventure reali    tanto da sembrare essa stessa un romanzo.

Nasce il 12 gennaio 1876 a San Francisco, California.

Figlio illegittimo di un avventuriero ed astrologo ambulante, viene legittimato da un droghiere, John London, che ne sposò la madre. Lascia  presto lo studio in parte spinto dalla necessità, in parte attratto dallo spirito di avventura che lo costringe quindicenne a lasciar la casa e a cercarsi un lavoro. E di lavori ne fece molti sui moli di Oakland e nella baia di San Francisco. Fu di volta in volta marinaio, uomo di fatica tra gli scaricatori del porto,  seguì l’esercito di Coxei, partì per l’Alaska in cerca di oro.

Si iscrive ad una scuola di Oakland e poi all’Università di California, che lascia per assumere un posto in una, lavanderia. Frequenta ladri e contrabbandieri che lo costringono a lavori non sempre legali. Durante il periodo in cui frequenta l’università legge il manifesto di Marx e  Hegel e accetta la tesi socialista che lo porta a conoscere la prigione. Rimane sempre affascinato dal culto per il superuomo nietzschiano e dal mito dell’idea imperialistica, basata sulla forza e sulla conquista.

Si sentiva sempre dalla parte dei poveri e dei diseredati e non perdonava la società che lo aveva fatto soffrire. Spese pertanto la sua vita nell’ossessione di passare dalla povertà alla ricchezza, la sola che gli avrebbe permesso di vivere libero.

Nel 1898 le riviste cominciano ad accettare i suoi racconti (il primo fu pubblicato dalla rivista “Overland Monthly”) e attraverso essi inizia a costruirsi la maschera romantica dell’avventuriero.  Guadagna e dilapida in  breve tempo dei patrimoni.  Il suo primo romanzo di successo fu Il richiamo della foresta del 1903. L’anno successivo esce Il lupo di mare, che gli frutta 4000 dollari. Ormai sull’onda del successo decide di seguire la via letteraria e giornalistica. É corrispondente in Manciuria durante il conflitto russo-giapponese  del 1904. Al suo ritorno tenta la via della politica. Si fa costruire un battello, “The Snark”, che gli costò 30.000 dollari e sul quale compose alcuni suoi romanzi, tra cui una autobiografia Martin Eden (1909).

London scrisse una cinquantina di volumi, alcuni ancor oggi noti e apprezzati: La strada (1907) di sapore autobiografico; Radiosa aurora (1910); La crociera dello Snark (1911); Racconti di mari del Sud (1911); La Valle della luna (1913);  John Barleycorn (1913), L’ammutinamento dell’’Elsinore’ (1914);  e ancora Bagliore d’oro,  La figlia delle nevi , Il figlio del lupo, Il cuore dei tre,  La legge della vita, Michael fratello di Jerry, Fumo Bellew,  La pista dell’oro, Il richiamo della notte, Racconti di fantastoria e di fantascienza, Straordinarie avventure di cani.  I volumi Jerry delle isole e Michael, cane da circo, uscirono entrambi  postumi nel 1917.

London non è solamente uno scrittore di avventure. Aperto alle miserie sociali del suo tempo, le evoca in  alcuni suoi romanzi quali Il popolo dell’abisso (1903), celebre inchiesta condotta di prima mano sulla povertà dell’East End di Londra. Il tallone di ferro (1907), un tema fantapolitico; L’osteria dell’ultima fortuna (1913); Il vagabondo delle stelle (1915).

La produzione di London passa da una lettura di Nietzsche, quasi razzista, ad un socialista profetico e è tra queste due posizioni che si conquista un vasto pubblico. Aveva fortuna con i lettori, un po’ meno con la critica e solo in questi ultimi anni si assiste ad una sua rivalutazione, soprattutto ad opera dei militanti di sinistra.

London possiede un talento naturale che trova la sua massima espressione nei racconti dove riesce ad interpretare i contrasti individuali e quelli collettivi, legati ai movimenti operai e socialisti nell’America di fine secolo.  London è lo scrittore  che ebbe più successo all’estero e dai suoi libri furono tratti numerosi film.

Genio e sregolatezza. Dal libro Il popolo dell’abisso ricavò più di un milione di dollari e li spese tutti nella costruzione di un fastoso  castello “La casa del lupo” che si incendiò prima di essere ultimato. Fece allora costruire un ranch lussuoso in California, il ‘Beauty Ranch’,  dove ospitava regalmente i suoi ospiti. Nel 1913 i suoi romanzi erano tradotti in molti stati e poteva essere considerato uno degli scrittori più ricchi. In realtà era un solitario in un mondo ostile.

Finì la sua carriera oberato dai debiti e distrutto dall’alcool. Muore suicida nel suo ranch il 22 novembre 1916. L’ultimo gesto romantico, gesto di libertà e di evasione dalla sua vita gloriosa che ormai riteneva conclusa.

 

LIBRI   

Il richiamo della foresta  Ambientato nelle gelide terre del Nord America al tempo dei cercatori d’oro, narra la storia di un cane che, attraverso i pericoli e le fatiche di una vita avventurosa e crudele sente rinascere  in sé l’istinto primordiale della razza e, dopo la morte del padrone amato, abbandona la società degli uomini per tornare alla vita libera della foresta.   

Zanna Bianca  Figlio di un lupo e di una cagna, viene chiamato Zanna Bianca  dall’indiano che lo alleva. Il lupo comincia a conoscere le leggi della natura e quelle spietate degli uomini. Quando verrà venduto ad un avventuriero che lo utilizzerà come cane da combattimento, rovescerà tutta la sua rabbia sugli avversari, finché un bull-dog non lo ridurrà in fin di vita. A prendersi cura di lui sarà l’ingegnere Weedon Scott che, pazientemente, farà del lupo un animale più socievole capace di salvargli la vita quando per vendetta verrà affrontato da un evaso. 

 

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 NIGER  1985 (666),  U.S.A  1986  (1630)

 

 

  

 

LÖNNROT  ELIAS

(Finlandia)

 

Scrittore finlandese di lingua finnica, nato a Sammatti (Finlandia meridionale) il 9 aprile del 1802.

Era uno dei sette figli di un modesto sarto di villaggio.  A prezzo di sacrifici da parte sua e della famiglia riesce a terminare gli studi medi nel 1822, all’età di vent’anni, mentre era aiuto farmacista a Hämeenliuna, e a laurearsi in filosofia a Turkau, discutendo una tesi sulle divinità degli antichi popoli finnici.

Già da studente manifesta una propensione verso la poesia popolare e nel 1828 inizia a percorrere a piedi la sua terra, spingendosi fino ai confini settentrionali della Carelia, con l’intento di raccogliere leggende e racconti antichissimi ascoltandoli dalla viva voce del popolo o di cantori di rune in lingua finnica.

Nel frattempo studia medicina a Helsinki dove nel 1832 ottiene la laurea e subito dopo è nominato medico a Kajaani, una piccola cittadina dove era scoppiata una epidemia di tifo. 

Nella calma della cittadina di Kajaani, comincia ad esaminare il materiale raccolto consistente in una gran quantità di rune, a ordinarlo e a rielaborarlo. Si trattava di un prezioso insieme di tradizioni letterarie popolari, sino allora rimaste sconosciute in Europa. Nasce così la prima versione della grande epopea nazionale finnica il Kalevala.

Lönnrot  nel coordinare il materiale mira soprattutto a conferirgli l’aspetto di un racconto continuato e a creare una armonia nella sua scelta.

La prima edizione del 1835 constava di 32 canti, circa 12000 versi; nella seconda del 1849, la definitiva, i canti salirono a 50 e i versi a oltre 22000.

Il Kalevala valse a Lönnrot il titolo di  Omero della Finlandia.

Nel frattempo Lönnrot aveva pubblicato altre opere. Nel  1836, in un viaggio che durò otto mesi, arriva sino alla penisola di Kola dove raccoglie abbondante materiale che gli permette di scrivere il Kantaletar (1840), una raccolta di canti popolari, circa 23000 versi, contenente dolci liriche d’amore,  meste elegie, spunti umoristici, satire che rappresentano il carattere del popolo finnico. In successivi viaggi si spinge fino alla Lapponia e ad Arcangelo. Seguono nel 1841  i Proverbi del popolo finnico; Enigmi del popolo finnico (1844); Gli antichi canti magici del popolo finnico (1880).

Professore di lingua finnica all’università di Helsinki e dal 1866 al 1880 si occupa della  stesura del monumentale Dizionario finnico-svedese (1880), contenente oltre 200.000 voci.

Durante la sua vita assistette al sorgere di una lingua unitaria nazionale, cui egli diede un notevole impulso nel contribuire a farla uscire dal caos dei dialetti. Per questo è considerato il padre della lingua e della letteratura finnica..

Muore nel 1884.

 

LIBRI

Kalevala    La trama si presta poco a un riassunto, scrive Giacomo Prampolini, che pur tenta di tracciarlo.

“Eroe principale è il poeta-mago Väinämöinen, l’inventore della <kantele>, (l’arpa finnica), luminosa figura di un boreale Orfeo. Nasce nel mare, da Ilmatar (la figlia dell’aria), la dea creatrice del mondo; promuove l’agricoltura, acquista ogni sapere, compone canti soavi e possenti; corteggia invano la bella fanciulla lappone Aino, che non vuole saperne di lui e che, dopo essersi trasformata in salmone, gli sfugge per sempre. Ilmatar consiglia al figlio desolato di cercarsi una sposa in Pohjola (il paese del nord. La Lapponia?) la cui regina Louhi gli promette infatti la propria bellissima figlia a patto che egli le procuri il magico mulino Sampo. Väinämöinen  allora si associa il fratello Ilmarinen, fabbro solerte e geniale; entrambi hanno come rivale il baldo, gaio e spregiudicato Lemminkäinen. che incarna il tipo dell’avventuriero, e il triplice corteggiamento si svolge, attraverso mirabolanti vicende nei canti VII-XIX. Ilmarinen fabbrica il Sampo, ma la fanciulla si rifiuta di sposarlo; Lemminkäinen, recatosi a Pohjola, soccombe alle insidie di Louhi, è gettato nel fiume della morte, fatto a pezzi, ma poi risuscitato dalla madre; Vänämöinen, pentito di aver rinunciato alla figlia di Louhi in favore del fratello, scende nel regno della morte in cerca di tre <magiche> parole, necessarie per finire la costruzione di una barca. La figlia di Louhi, cui è lasciata la scelta fra i due fratelli, preferisce da ultimo Ilmarinen.

I dieci canti successivi s’indugiano a narrare le feste dello  sposalizio a Pohjola, nonché due sfortunate spedizioni di Lemminkäinen, furibondo perché non lo hanno invitato alle nozze. Ma Ilmarinen non gode a lungo la compagnia della sposa, che perisce divorata dagli orsi e dai lupi per opera di Kullervo, il crudele gigante che inconsciamente si macchia di incesto con la sorella e poi si uccide nella foresta (canti XXXI-XXXVI). Ilmarinen, ormai avvezzo alla vita coniugale, si fabbrica una nuova moglie in oro e in argento, ma non riesce ad infonderle vita; allora rapisce un’altra figlia di Louhi, la quale però si rivela così uggiosa che egli la trasforma in gabbiano. Negli ultimi canti (XXXIX-XLIX)  Väinämöinen,  Ilmarinen e Lemminkäinen compiono di buon accordo una spedizione contro Pohjola per rubare il Sampo; ucciso un enorme luccio, il poeta fabbrica con le sue lische una <kantele>, il cui malioso suono attira tutti gli esseri animali; con esso addormenta la gente di Pohjola e agevola il furto del Sampo.  Ma al risveglio Louhi scatena contro i tre ladri fuggiaschi una furiosa tempesta durante la quale la <kantele> cade nel fiume; poi li insegue con una nave da guerra, li raggiunge, impegna battaglia: il conteso Sampo cade in un lago e si frantuma. Vänämöinen ne ricupera quanto basta per assicurare la prosperità del Kalevala, cioè della Finlandia; poi si fabbrica una nuova arpa in legno di betulla. Invano Louhi infierisce, mandando pestilenze e flagelli, rubando il sole e la luna; i due fratelli sventano le insidie, rintuzzano le offese. Nel canto finale la vergine Marjotta (la Maria cristiana?), avendo inghiottito una bacca di mirtillo, partorisce un fanciullo che è proclamato re della Carelia: Vänämöinen, irritato, parte con la sua barca di rame, lascia però al popolo finlandese l’arpa e i melodiosi canti che confortano contro il passare del tempo”.

 

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FINLANDIA 1935 (183/5), 1985 (921/22), 2004 (1671/2)

 

 

LUT OSKAR

(Estonia)

 

Nato nel villaggio di Änkküla nel 1887.  Morto  nel 1953.

Scrittore e drammaturgo, nacque in una famiglia borghese. Frequentò la scuola locale di   Änkküla e in seguito la scuola parrocchiale Palamuse a Jõgeva  che frequentò durante gli anni 1895-1899.  Dal 1899 al 1902 studiò alla Scuola Reale di Tartu. Nel 1903 iniziò a lavorare come apprendista farmacista a Tartu e poi a Narva.  Dopo aver superato gli esami d’apprendista farmacista, iniziò ad esercitare la sua professione a Tallinn (1903).  Durante il servizio militare in St Petersburg (1909-1911) lavorò anche nel campo speziale. Rientrato nella vita civile, concluse  gli studi universitari di farmacista.

 Nella Prima Guerra Mondiale fu  mobilitato e prestò servizio  come  militare farmacista in Pskov, Varsavia, Dvinsk,  Vilnos e Vitebsk (1915-1918), dove sposò. 

Si dimise dall’esercito per motivi di salute nell’autunno del  1918 e tornò a Tartu con la sua famiglia lo stesso anno. Iniziò a lavorare in una farmacia; poi, nel  1919-1920, trovò un’occupazione nella biblioteca universitaria che presto abbandonò per gestire un negozio. 

Solo a partire dal 1922 si dedicò esclusivamente alla carriera professionale di scrittore. 

La sua attività di scrittore cominciò a svilupparsi nel periodo che precedette la  Prima Guerra Mondiale: un periodo decisamente favorevole dal punto di vista letterario. Creò diverse commedie popolari, e il romanzo Kevade (Primavera) (parte I, 1912, parte II, 1913), un indovinato e cattivante  ritratto della vita dei giovani di una scuola. L’opera divenne subito popolare. Le due opere scritte successivamente sullo stesso tema  ( Tootsi pulm, Argipäev) e il romanzo Sügis (Autunno) (parte I - 1938)), le scrisse solo per soddisfare la domanda del pubblico.  Inoltre, dopo la prima guerra mondiale le sue opere divennero  meno divertenti e più cupe.  Sügis non incontrò il plauso dei lettori in quanto era solo l’ombra del suo precedente successo.  La seconda parte di Sügis rimase per decenni  un manoscritto e fu pubblicata solo nel  1988.

 Ci furono anche versioni cinematografiche di Kevade, Suvi e Sügis, tutte con gli stessi nomi, prodotte dal regista  Arvo Kruusement.

 Oskar Lut scrisse anche opere per i bambini. Il suo libro  più popolare rivolto all’infanzia è Nukitsamees (1920), diventato anch’esso un film, con l’accompagnamento musicale di Olav Ehala, la cui musica è  popolare come il film stesso.

 Oskar Lut come drammaturgo è noto soprattutto per il Kapsapea (Il cavolo). L’animazione  per Kapsapea si basa su fumetti da lui scritti.  L’argomento è la crescita nel giardino di una famiglia lettone di un enorme cavolo, fatto che provoca  una notevole sensazione negli Stati Uniti, in Russia e in Cina.

 Le opere di Lut sono state tradotte in molte lingue.

 

FILATELIA

URSS 1986, 1987 

 

 

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