NAMIBIA 

 

1999   (876/85)

Favola:

Il serpente Yoka.

 

 

NAURU

 

1973 (104

Eigigu la ragazza della luna.  Eigigu viveva con due sorelle che avevano lo stesso nome. Un giorno si ferì ad una gamba e andò a sedersi sulla spiaggia vicino ad un albero. Poiché lo vide mezzo secco lo innaffiò e l’albero crebbe tanto da arrivare al cielo.  Decise di arrampicarsi su di esso, ma più saliva, più i rami si spezzavano sotto i suoi piedi tanto da non permetterle di scendere. Le sue sorelle la guardavano dal basso. Tentarono di lanciarle una corda, invano. Eigigu continuò a salire e in cima trovò una casetta  dove abitava Enibara,  una vecchia cieca che beveva succo di palma. Ne bevve anche lei e quando la vecchia se ne accorse disse che non doveva berlo perché era destinato a suo figlio il quale l’avrebbe punita.   Eigigu, per ottenere la protezione della vecchia, le soffiò sugli occhi. Subito delle formiche, degli scarabei e altri insetti cominciarono a passeggiare sulle palpebre della vecchia finché non le ritornò la vista. La vecchia allora nascose Eigigu quando il figlio, Debao il re del tuono,  stava per tornare a casa. Gli indigeni raccontano che nelle notti serene si può vedere Eigigu seduta comodamente su una falce di Luna.

 

 

 

1991  (364/7) 

La leggenda di Eoiyepiang  figlia del tuono e del lampo

 

NAZIONI UNITE - O.N.U.

 

1996  (301/2)  NAZIONI UNITE-GINEVRA. Leggende: Il sole e la luna. Ananse.  

AnanseNell'Africa dell'Ovest, Kwaku Ananse è il protagonista delle storie di astuzia, come la volpe da noi. Ananse è un Ragno che ordisce astutamente mille intrighi. Quando gli Africani giunsero in America mutò sesso e persino specie, trasformandosi in una vecchia zia che, per equivoco fonetico da Ananse, divenne Aunt Nancy.

Le storie su Anansi derivano esclusivamente dalla tradizione orale.  Sono storie  che hanno raggiunto i Caraibi e altre parti del Nuovo Mondo durante la  tratta degli schiavi. Nei Caraibi Anansi, spesso celebrato come simbolo di resistenza degli schiavi e della sopravvivenza, Anansi giocò un ruolo multifunzionale nella vita degli schiavi. Le sue molteplici strategie di resistenza furono l’elemento ispiratore dei racconti degli schiavi che volevano stabilire un senso di continuità con il loro passato africano all'interno dei confini della cattività. La prima storia di Anansi  spiega la ragione per cui il suo nome sia stato collegato  a tutto il corpus di racconti.  La leggenda narra che una volta non c'erano storie nel mondo.  Anansi si recò da lui e gli chiese quanto sarebbe costato conoscerle tutte.

 Nyame fissò il prezzo: doveva legare e poi  portargli prigionieri: Onini il Pitone, Osebo il Leopardo, i Calabroni e Mmoatia il nano.  Per catturare ognuno di essi Ananse usò sempre la sua astuzia: invitò il pitone a sdraiarsi su un lungo ramo d’albero per poterne misurare la lunghezza. E una volta  allungato sul ramo gli fu facile legarlo con la sua tela. Per catturare il leopardo scavò un profonda buca nella la quale l’animale cadde, rimanendo intrappolato. Con la scusa di liberarlo con la sua tela, il ragno Ananse lo irretì e lo catturò. Per catturare i calabroni si munì di una  zucca vuota e di una larga foglia concava di banano nella quale versò dell’acqua che fece gocciolare sul nido dei calabroni. Ananse, affinché non si bagnassero,  li invitò ad entrare nella zucca vuota attraverso un foro, che poi sigillò. Per catturare il nano Mmoatia costruì una bambola di pezza, la cosparse di colla e la pose ai piedi di un albero dove solitamente il nano si recava giornalmente. Davanti alla bambola pose del cibo. Quando il nano lo vide, lo mangiò e poi ringraziò la bambola che non gli rispose. Adirato da questa sorta di maleducazione, il nano le diede due ceffoni ... e le mani rimasero così appiccicate alla bambola. Fu  facile per Ananse legarlo.  Portò tutti i malcapitati a Nyame il quale lo ricompensò raccontandogli tutte le fiabe che conosceva. 

Un'altra storia racconta di come Ananse una volta si impadronì di  tutta la saggezza del  mondo che era custodita in una pentola (in alcune versioni un calabash, una specie  di vaso di Pandora). Poi, per timore che la pentola gli fosse rubata, decise  di trovare un luogo sicuro e scelse nella foresta un alto albero spinoso. Il suo giovane figlio, Ntikuma, lo seguì a una certa distanza per vedere quello che il padre si apprestava a fare. Lo vide arrampicarsi faticosamente lungo il tronco, spingendo davanti a sé la pentola. La pentola era troppo grande per Ananse  e una volta raggiunto un alto ramo questo cominciò a piegarsi sotto il peso. Il ragno pur avendo molte gambe non eras sicuro di poterni mantenere in builico e al tempo stesso di reggere la pentola. Allora il figlio, che aveva assistito a tutta la scena, gli suggerì: "Perché non leghi la pentola sulla tua schiena. Avrai tutte le gambe libere e così potrai meglio afferrare meglio il ramo per non cadere?" Ananse fu talmente infastidito dai suoi tentativi falliti e adirato con se stesso dalla consapevolezza che il figlio aveva ragione, da lasciar scivolare pentola. Questa si  fracassò a terra e sparse attorno tutta la saggezza.  Proprio in quel momento scoppiò una tempesta, arrivò  la pioggia che trascinò via la saggezza riversandola nel mare.  Le onde la diffusero   in modo che oggi vi è un po’ di saggezza per tutti.

 

1996  (688)  NAZIONI UNITE-NEW YORK  Leggende: Ye-Xian

Tutti conoscono la fiaba di Cenerentola nella versione più popolare scritta da Charles Perrault nel 1697.  Ma già in precedenza esisteva una fiaba simile chiamata Ye-Shen o Ye Xian,  scritta nel 850 d.C. in Cina e raccontata dallo scrittore Youyang Zazu

Yen Xian era la figlia di un sapiente che aveva due mogli. Quando la madre morì, Ye Xian fu costretta a diventare serva della nuova moglie del padre e della  figlia. Malgrado vivesse una vita oppressa dai lavori domestici, trovò sollievo quando poté stringere amicizia con un bellissimo pesce che viveva nello stagno. Il pesce, che era la reincarnazione della madre, da allora si prese cura di lei.

Arrabbiata perché Ye Xian avesse trovato la felicità, la matrigna uccise il pesce e lo servì per pranzo a sé e alla figlia. Ye Xian fu distrutta dal dolore fino a che lo spirito della madre non ritornò e le disse di seppellire le lische del pesce in vasi di ceramica posti ad ogni angolo del suo letto. Nei giorni successivi ebbe luogo la festa locale di primavera, che costituiva l’occasione in cui le giovinette avevano l'occasione di venire a contatto con i loro potenziali spasimanti. Non volendo rovinare le probabilità della propria figlia, la matrigna di Ye Xian obbligò la figliastra a rimanere a casa per pulirla da capo in fondo. Dopo che la matrigna e la sorellastra partirono per la festa, Ye Xian fu visitata ancora dallo spirito di sua madre. La madre le disse di disseppellire i vasi che contenevano le ossa dei pesci. Fatto questo Ye Xian li trovò pieni di  vestiti molto fini, di un mantello di piume di Martin pescatore, di gioielli e un paio di sandali dorati per andare alla festa.

Ye Xian indossò i vestiti e si recò a piedi alla festa. Si divertì fino a che non si rese conto che la matrigna avrebbe potuto riconoscerla. Fuggì, dimenticando accidentalmente un sandalo dorato. Quando arrivò a casa, nascose di nuovo i vestiti nei vasi vicino al letto. Quando la matrigna e la sorellastra rientrarono, discussero le possibilità di matrimonio della sorellastra e fecero cenno ad una misteriosa fanciulla che si era presentata alla festa. Non sapevano di stare parlando di Ye Xian. Il sandalo dorato fu trovato e scambiato da vari commercianti fino a che non giunse nelle mani del re di un regno vicino. Affascinato dal sandalo di così piccole dimensioni, il re emise un bando per ricercare la ragazza. Proclamò che colei che fosse riuscita a calzarlo sarebbe diventata sua sposa. Il sandalo fu portato infine alla casa di Ye Xian e sia la sorellastra sia la matrigna effettuarono la prova ma senza successo. Il sandalo, invece, risultò coincidere perfettamente con la misura del piede di Ye Xian.

Nel tentativo di dissuadere il re dallo sposare Ye Xian, la matrigna dichiarò che era impossibile che Ye Xian fosse stata alla festa. Lei stessa aveva visto la fanciulla che indossava il sandalo dorato alla festa, i vestiti fini che portava ed inoltre affermò che Ye Xian era stata al paese per tutto il tempo. Ye Xian svelò a quel punto la verità indossando i vestiti che aveva alla festa insieme all’altro sandalo dorato. Il re, affascinato dalla bellezza di Ye Xian, affermò che l’avrebbe sposata. La matrigna fece un tentativo finale allo scopo di dissuadere il re dallo sposare la figliastra accusandola di avere rubato il sandalo alla ragazza misteriosa. Per punire le due donne per la loro crudeltà e disonestà, il re proibì a Ye Xian dal portarle a vivere con lei. Trascorsero così il resto della loro vita nella loro casa finché non morirono schiacciate dalle pietre quando  questa crollò. By: Aai Ling Louie (by: Aai Ling Louie)

 

1996  (219 NAZIONI UNITE-VIENNA. Leggenda  Maui. 

Un’antica leggenda maori (l’antico popolo che colonizzò la Polinesia) narra il meraviglioso viaggio intrapreso da un giovane pescatore di nome Maui che viveva molti secoli orsono in un villaggio sull’Isola Madre (l’attuale isola del Nord in Nuova Zelanda). Maui era spinto da una vivace curiosità. Cosa c’era oltre la grande onda dell’Oceano? Dove andava “Manu”, il “Dio pescecane”, quando si allontanava alle prime ombre della sera? Costruì una piroga per la “grande onda”, attese l’imbrunire e seguì “Manu”. La leggenda narra che tre delfini avvicinarono la piroga di Maui ed iniziarono ad accompagnarla, guidandola tra barriere, atolli ed arcipelaghi.  Dopo un lungo viaggio, giunse  in un arcipelago dominato da un possente vulcano: le isole Haway. “Honu” la grande tartaruga, scivolò al fianco della piroga, i tre delfini la spinsero all’interno della laguna. Maui diede il suo nome a quell’isola.

Una antica leggenda maori (l’antico popolo che colonizzò la Polinesia) narra il meraviglioso viaggio intrapreso da un giovane pescatore di nome Maui che viveva molti secoli orsono in un villaggio sull’Isola Madre (l’attuale isola del Nord in Nuova Zelanda). Maui era spinto da una vivace curiosità. Cosa c’era oltre la grande onda dell’Oceano? Dove andava “Manu”, il “Dio pescecane”, quando si allontanava alle prime ombre della sera? Costruì una piroga per la “grande onda”, attese l’imbrunire e seguì “Manu”. La leggenda narra che tre delfini avvicinarono la piroga di Maui ed iniziarono ad accompagnarla, guidandola tra barriere, atolli ed arcipelaghi.  Dopo un lungo viaggio, giunse  in un arcipelago dominato da un possente vulcano: le isole Haway. “Honu” la grande tartaruga, scivolò al fianco della piroga, i tre delfini la spinsero all’interno della laguna. Maui diede il suo nome a quell’isola.

 

2015 (giu.) La Fiaba di Lupo,  Serie emessa  dalle Nazioni Unite come  messaggio  rivolto ad  aumentare la Consapevolezza della Violenza sui bambini e sugli adolescenti .

Attraverso il personaggio  del cattivo per eccellenza, il lupo, i sei valori rappresentano: la violenza sul bambino usato come “soldato” in tempo di guerra;  il matrimonio tra un bambino e un adulto; violenza scolastica; la violenza sessuale; il  traffico di bambini; il  lavoro minorile.

La violenza contro i bambini e gli adolescenti si verifica ovunque,  a casa, in famiglia, nelle scuole e luoghi pubblici , sia in periodo di pace sia in  periodo di guerra. La violenza si manifesta sotto forma di matrimoni precoci, negando alle ragazze l'accesso a una istruzione formale, il lavoro forzato e la tratta dei bambini. Solo perché non è possibile vedere la violenza, non significa che non ci sia. Per questo dobbiamo rendere visibile l'invisibile. Questo è stato il messaggio di fondo che l'UNICEF ha lanciato con una iniziativa globale per porre fine alla violenza contro i bambini e adolescenti nel luglio 2013.
L'iniziativa sollecita un'azione collettiva per porre fine alla violenza contro i bambini, mettendo in evidenza il fatto che la violenza è ovunque, ma spesso accade fuori dalla vista o è tollerata a causa di norme sociali e culturali. Sotto la bandiera di 'rendere visibile l'invisibile', l'iniziativa mira a sensibilizzare la modifica degli atteggiamenti, dei comportamenti e della  politica.

La violenza  può essere prevenuta attraverso la formulazione e l'attuazione di leggi forti, sostenuta da servizi di protezione, e di interventi sociali. Proteggere i bambini è al centro del mandato dell'UNICEF. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo specifica che ogni bambino ha in tutto il mondo il diritto di essere protetto da ogni forma di violenza.

 

 

 

NICARAGUA

 

1972  (767/75 P.A. + BF  111)  

La leggenda della rosa di Natale

La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire al gregge del padre in un pascolo vicino a Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano speditamente verso la città. Si avvicinò e chiese loro dove andavano.  I pastori risposero che quella notte era nato il bambino Gesù e che stavano andando a rendergli omaggio portandogli dei doni.  La bambina avrebbe tanto voluto andare con i pastori per vedere il Bambino Gesù, ma non aveva niente da portare come regalo. I pastori andarono via e lei rimase da sola e triste, così triste che cadde in ginocchio piangendo. Le sue lacrime cadevano nella neve e la bimba non sapeva che un angelo aveva assistito alla sua disperazione. Quando abbassò gli occhi si accorse che le sue lacrime erano diventate delle bellissime rose di un colore rosa pallido. Felice, si alzò, le raccolse e partì subito verso la città. Regalò il mazzo di rose a Maria come dono per il figlio appena nato. Da allora, ogni anno nel mese di dicembre fiorisce questo tipo di rosa per ricordare al mondo intero del semplice regalo fatto con amore dalla giovane figlia del pastore

 

 

NIUAFO’ OU

 

1992  (2 valori + BF) 

La leggenda della nascita dell’albero di cocco

Nei secoli passati  le noci di cocco erano conosciute dagli Arabi, dagli Indiani e dai popoli dell’Asia orientale. Nessuno però sapeva quale albero le producesse, e non c’era modo di scoprirlo facendo germogliare quei giganteschi semi, perché erano invariabilmente morti. Nacque la leggenda che si trattasse dei frutti di un albero che cresceva sotto la superficie del mare, che venne conosciuto anche in Occidente come “cocco di mare”.

Gli abitanti delle isole del Pacifico Meridionale così  raccontano la leggenda della testuggine di Tamarua.

Un giorno il principe delle testuggini vedendo una principessina fare il bagno in mare si innamorò subito di lei tanto da desiderare di sposarla. Si trasformò in un bellissimo giovane, si presentò a lei e le chiese la sua mano. Lei rifiutò asserendo di non volere abbandonare il vecchio padre. L’innamorato pianse lacrime amare ma non desistette dal suo proposito e non si infuriò,  anzi le fece un magnifico regalo. Le disse che quel giorno, quando fosse andata a casa, avrebbe cominciato a piovere e avrebbe continuato fino a quando le acque non fossero arrivate fino alla porta di casa. Il mattino seguente la fanciulla avrebbe trovato davanti a casa una testuggine; allora avrebbe dovuto recidere la testa dell'animale poi seppellirla insieme al corpo sotto una collina vicino al mare.

“Quella testuggine sei tu?” chiese la principessa, ma il principe le rispose un po’ esitante che si trattava di uno dei suoi messi.

Quando la ragazza tornò a casa iniziò a piovere come era stato predetto e la mattina dopo trovò la testuggine, le recise la testa per poi seppellirla sotto la collina. Pochi giorni dopo dal tumulo iniziò a spuntare un piccolo germoglio verde che divenne sempre più alto e gli abitanti di Tamarua si resero conto che si trattava di un pianta mai vista prima di allora e, quando iniziò a fare fiori, la ragazza capì che era il dono del principe, il regalo era la noce di cocco, un frutto non solo utile a lei ma a tutti gli abitanti dell'isola, infatti loro ne potevano mangiare la polpa, berne il latte e usare le foglie robuste per fare stuoie, cesti, ventagli e tetti di paglia.

Se prendete una noce di cocco costaterete  che il suo guscio è davvero duro quasi infrangibile come il guscio di una testuggine e il latte all'interno della noce è chiaro e limpido come le lacrime del principe delle testuggini.

 

NORVEGIA

 

La Norvegia è ricca  di fiabe popolari, di  racconti liberi e pieni di fantasia che si sono tramandati di bocca in bocca per tempi immemorabili. Trattano le relazioni umane esprimendosi in un linguaggio fantastico e ricco di simboli. Come per tutta la buona letteratura, le fiabe prendono spunto dalla vita quotidiana, ma non rimangono mai nei confini del reale e in quello che i comuni mortali sono soliti considerare veritiero e ragionevole. Spesso contengono elementi sovrannaturali e straordinari.  Agli inizi del 1840, Asbjørnsen e Moe (due raccoglitori di miti, leggende, fiabe norvegesi)  cominciano a pubblicare tutto il materiale raccolto sotto forma di piccoli fascicoli. La prima raccolta completa venne pubblicata nel 1852. L’opera, redatta in uno stile facilmente accessibile a tutti, restituisce in modo gioioso e con uno stile autentico il contenuto delle fiabe. Ad essa si rimanda per scoprire  i testi dei francobolli emessi dalle Poste norvegesi. (Fiabe norvegesi di Asbjornsen Peter; Moe Jorgen,    1975,  Einaudi  (collana I millenni)

 

1930  (147/50) Leggenda del Re Olav I . La data di nascita di Re Olav  è incerta . nacque nel 963/964 e  morì il 9 settembre del 1000.  Fu re di Norvegia dal 995 al 1000. Figlio di Tryggve Olafsson, re di Viken, e bisnipote di Harald Bellachioma, secondo la leggenda lasciò la Norvegia insieme alla madre, per rifugiarsi presso il principe di Kiev, Vladimiro.

Successivamente prese parte alle invasioni vichinghe dell' Inghilterra nel 991 e nel 994, insieme al re danese Sven Barbaforcuta. Tornò in Norvegia nel 995, ricevendo la corona alla morte di Haakon Sigurdsson, i cui ultimi anni furono compromessi dalle rivolte. Il regno di Olav è noto per la politica reale favorevole alla conversione della Norvegia al cristianesimo. Cresimato nel 994, incoraggiò la diffusione del cristianesimo in tutto il suo territorio. Col suo patrocinio il cristianesimo fu introdotto in Islanda, Groenlandia e nelle isole Orcadi. Ma non tutte le regioni accettarono passivamente questa religione. Olav ebbe un ruolo importante nella sanguinosa conversione dei Vichinghi al cristianesimo; si dice che abbia costruito la prima chiesa della Norvegia (nel 995) e che abbia fondato, nel 997, la città di Kaupangen , l'attuale Trondheim. Morì in battaglia contro Sven I Barbaforcuta e i suoi alleati.

Già nell’agosto del 1031, per il ricordo delle sue vicende, della sua morte e dei miracoli che si compirono sulla sua tomba, il vescovo Grimkel decretò la sua venerazione come martire. Sul luogo dove era morto sorse una cappella in legno che, nel 1075 fu sostituita da una chiesa in pietra. Più tardi a Nidaros (oggi Trondhjem) fu edificato il duomo, in cui vennero custodite, dentro un magnifico sarcofago d’argento, le sue reliquie, che già prima, nella modesta cappella di legno, erano state meta di numerosi pellegrinaggi.

Il duomo di Nidaros rimase, durante tutto il Medioevo, il santuario più famoso della Norvegia e di là si sparse largamente il culto del santo. A partire dalla Riforma ci fu poi un lungo periodo di repressione e solo recentemente il culto ha potuto riprendere più liberamente e il giorno di sant’Olav è stato ripristinato in Norvegia come giorno di festa nazionale.

1971   (586/8) 

Racconti popolari norvegesi  illustrati da Erik  Werenskiold.

1972  (611/3) 

Racconti popolari. Illustrazioni di  Th. Kittlsen.

 

1980  (777/8) 

Vulcano e Ercole Vulcano Nella  mitologia romana era il dio del fuoco, originariamente un'antica divinità italica che sembra essere stata associata al fuoco vulcanico. Vulcano veniva identificato con il dio greco Efesto e la sua festa, i Volcanalia, veniva celebrata il 23 agosto. Era particolarmente venerato a Ostia, centro del suo culto.

 

2002   (1375/6)  Personaggi fiabeschi. Askeladden.   Troll gigante.

Asbjørnsen e Moe, due raccoglitori di fiabe norvegesi,  raccontano le imprese di Askeladden (Ceneraccio) e dei suoi aiutanti: come il re avesse promesso di dare in sposa la sua figliola e di cedere metà del suo regno a chi gli procurasse una barca capace di andare sia per acqua sia per terra; come quel fannullone di Askeladden ottenesse un simile veicolo; come il re imponesse ad Askeladden mirabili prove suppletive, che il ragazzo riuscì a superare grazie all'aiuto di quegli strani personaggi che, strada facendo, aveva raccolto nella sua barca: quello che mangiava i sassi e non era mai sazio; quello che aveva sempre sete; quello che era capace di arrivare alla fine del mondo in meno di cinque minuti; quello che sentiva crescere l'erba; quello che poteva tirare col suo fucile fino in capo al mondo; quello che aveva in corpo sette estati e quindici inverni.   E di come Askeladden fosse riuscito a diventare re.

 

2003   (1406/7) Personaggi fiabeschi: Waldtroll.  Nock. 

 

2004    (1450/1)  Mitologia.  Njord.  I funerali del dio Balder.

Njord era il Dio del mare, della fecondità e della ricchezza. Era il padre di Freyr e Freyja, che ebbe unendosi a sua sorella, il cui nome non ci è stato trasmesso. Questa unione incestuosa era pratica comune presso i Vanir, ma Njörðr dovette rinunciarvi, dato che tra gli Æsir non era accettata. 

Balder (o Baldr o Baldur). Figlio di Odino e di Frigg, padre di Forseti (dio della giustizia), fu ucciso, per errore e su istigazione del dio malvagio Loki, dal fratello cieco Hoder con un ramoscello di vischio. La sua morte fu pianta da tutti gli dei, anche perché essa era l’inizio del Ragnarök (la fine del mondo).

 

2006  (1513/4) Mitologia nordica. Tamburo di sciamano sami  di Finmark. Il drago Fafnir

Fáfnir (o Fáfner) è un personaggio ambiguo della mitologia norrena, talvolta descritto come un drago talvolta come un serpente. Figlio di Hreidmar e fratello di Reginn e Otr, Fàfnir impazzisce per via di un anello maledetto, chiamato Andvaranautr, che prima lo spinge ad uccidere il padre, e poi lo trasforma in un mostro ingovernabile. Viene ucciso da Sigfrido, che bagnatosi del suo sangue, diviene invulnerabile e che, abbeveratosi dello stesso, impara il linguaggio degli uccelli. Secondo la mitologia norrena, infatti, i draghi sono in grado di parlare tutte le lingue, delle quali si servono per mentire ed ingannare. Prima di morire Fafnir ammonisce Sigfrido che l'anello sarà la sua rovina, naturalmente questi non lo ascolta.

 

  

2008 (BF 36) Mitologia: Il re Harald I Harfager  e la contadina Snofrid. Le montagne di Dorve.

Harald Halfdansson ( 850 c. -  932 c.), meglio noto come Harald Bellachioma, è il primo re di Norvegia. La maggior parte della sua vita rimane incerta, poiché i documenti relativi alla sua biografia risalgono  a circa tre secoli dopo la sua morte. Esistono alcuni brani di poesie attribuiti a poeti di corte contemporanei  nei quali si accenna alle vittorie di Harald contro i suoi avversari in Norvegia. Comunque le informazioni sono in contrasto con quanto riferiscono le saghe.

L'unificazione della Norvegia, secondo un racconto narrato in una Heimskringla, è legata ad una storia d'amore che sa, comunque di leggenda nata a posteriori.

Il racconto inizia con una proposta di matrimonio che provocò il rifiuto e il disprezzo da parte di Gyda, la figlia di Eirik, re di Hordaland. Re Harald aveva inviato alcuni ambasciatori per chiedere al padre della principessa la mano di sua figlia. Gyda, altezzosamente, aveva rifiutato le nozze, dicendo che non avrebbe mai sposato un re che governava un  piccolo territorio. Se, però, avesse unificato sotto il suo governo l’intera Norvegia, così come il re Eirik aveva fatto in Svezia o il re Gorm in  Danimarca, avrebbe accettato il matrimonio.

Gli ambasciatori riferirono a re Harald la risposta e questi accettò la sfida, facendo anche il voto di non tagliarsi o pettinarsi più i capelli finché non avesse unificato sotto il suo potere l’intero territorio. Impiegò 10 anni  finchè non riuscì nell’impresa.

 La maggior parte degli studiosi oggi considerano questa storia come un racconto letterario ispirato alle storie di romanticismo che erano popolari nel momento in cui la saga Heimskringla fu scritta.

 

 

NUOVA CALEDONIA

 

Per le leggende vedere il volume La grande capanna. Miti e leggende della Nuova Caledonia di Roselène Dousset Leenhardt,  trad. di  G. Salvioni

1979  (196 P.A.) 

La regina delle anguille che sorge mostruosa dalle onde

 1982 ( 224 P.A.) 

 Il topo e il polipo

  

NUOVA ZELANDA

La Nuova Zelanda è soprattutto il cuore della cultura Maori, fieri discendenti dei polinesiani. La tradizione culturale dei  Maori è la più antica e consiste soprattutto in una cultura orale che fu raccolta alla fine del XIX secolo dagli intellettuali europei. Gli scrittori neozelandesi più conosciuti che si sono occupati di trascriverla sono Keri Hulme e Jacqueline Sturm.

Uno dei tanti miti locali narra che un giorno i cinque fratelli Maui, di nobile stirpe polinesiana, partirono per una spedizione di pesca in alto mare e il più giovane, per magia prese all'amo un grande pesce di terra che giaceva in fondo al mare: era Aotearoa, Terra della lunga nuvola bianca, in lingua maori da cui il Paese prese poi il nome.

Nella cultura europea, i Maori sono conosciuti per la loro famosa Haka, l'antica danza di guerra che gli All Blacks, la temutissima squadra neozelandese di rugby, ha adottato come vivace rituale propiziatorio per terrorizzare gli avversari prima di iniziare ogni partita, ma, oltre ad essere grandi giocatori di rugby, sono soprattutto fieri discendenti dei polinesiani, bellicosi e vanitosi, vendicativi e generosi, forti e ospitali, grandi e robusti nella memoria come nel fisico, ancora oggi tatuato con elaborati motivi tribali. Nonostante il genocidio e la spoliazione delle loro terre a opera dei Pakeha, gli avidi colonizzatori bianchi, sono riusciti a conservare la propria identità culturale e religiosa, e dopo lunghe battaglie legali la loro lingua viene oggi insegnata nelle scuole e nelle università neozelandesi.

 

1994  (1297/1302)  Miti e leggende maori.  Maui salva Ta Ika dal mare.  Rona rapita da Marama. Maui assale Tuna.  Tane separa Rongi e Papa. Matakouri uccide il gigante di Wakatipu. Panenehu  presenta Koura a Tangaroa.

Maui salva Ta Ika dal mareNella religione e nella mitologia della Polinesia, Maui è un essere semidivino o eroe. Abortito e gettato in mare dalla madre stessa, fu salvato dall'antenato Tama-nui-ki-te-Rangi, che lo allevò restituendolo infine ai genitori. Secondo le leggende maori i feti abortiti divengono spiriti malvagi; anche Maui, nonostante fosse stato tenuto in vita, crebbe ladro e imbroglione. Tra le altre imprese, trascinò in superficie dalla profondità del mare il pesce Te-Ika-a-Maui, che formò l'Isola del Nord, in Nuova Zelanda e colpì il Sole con tale veemenza da costringerlo a zoppicare lungo tutto il cammino nel cielo, allungando così le ore di luce nell'arco della giornata. Rubò inoltre il fuoco alla sua antenata Mahuika, ma ne prese troppo e durante la fuga gliene cadde sugli alberi, appiccando grandi incendi: dovette perciò invocare il dio delle tempeste, Tawhiri-matea, per estinguere le fiamme. Cinque alberi decisero di conservare il fuoco, che da allora può essere sprigionato sfregando i loro legni.

Viene considerato un eroe perché tentò di liberare l'umanità dalla morte, cercando di uccidere Hine-nui-te-po, Signora delle Tenebre. Sua madre gli aveva spiegato che bastava attraversare il corpo di Hine-nui-te-po, la Grande Signora delle Tenebre, entrando dal ventre e uscendo dalla bocca, per distruggerla e ottenere l'immortalità per tutto il genere umano. Maui discese quindi nel regno sotterraneo con i suoi amici uccelli e trovò Hine addormentata. Dopo avere ammonito gli uccelli a rimanere zitti, si trasformò in bruco e si avvicinò alla dea. Ma il piccione Tiwaiwaka, vedendo Maui diventato insetto, scoppiò a ridere, svegliando Hine: la dea del Male si accorse del bruco e lo uccise schiacciandolo fra le cosce.

Le illustrazioni della serie di 6 valori emessa dalle poste neozelandesi rappresentano: Rona catturata da Marama. Maui attacca Tuna. Tuna separa Rangi e Papa. Matakauri uccide il gigante Wakatipu. Paneneheu mostra Koura a Tangaroa.

 

 

 

2000  (1742/47 + BF 138)  Mitologia: Aotearoa – Spiriti e guardiani:   Araiteuru. Kurangaituku.  Te Hoata e Te Pupu. Patupaiaerehe.  Te Ngarara-Huarau.  Tuhirangi.

 

 

 

 

Anno 2012  (2799, 2800, 2804)  Matariki. Nuovo anno Maori.  Pouakai. Tiki. Taniwha.

Pouakai o Poukai è un uccello mostruoso che mangiava le persone. La sua origine potrebbe anche non essere mitologica. Quando i maori arrivarono per la prima volta in Nuova Zelanda si è credette che l’Aquila di Haast, un rapace estinto da tempo, fosse ancora presente in quelle regioni.

Si ritiene che questo gigantesco uccello da preda pesasse fino a 300 libbre (140 kg) e che fosse in grado di uccidere e mangiare gli esseri umani.

Tiki è una divinità Polinesiana originaria delle Isole Marchesi (Polinesia Francese) che col tempo ha invaso tutto il triangolo polinesiano. La rappresentazione tipica del Tiki è sotto forma di statua rocciosa, ma esso è presente anche in diverse sculture in legno, nei gioielli, nell'artigianato tipico locale e nei tatuaggi caratteristici di tutta l'Oceania.

Le tracce dei primi Tiki sono state scoperte dagli archeologi su delle antiche incisioni rupestri. Si tratta di facce con dei grandi occhi rotondi incise e dipinte su pietre, che rappresentavano gli dei Maohi. Successivamente con l'apparizione dei primi Tiki di pietra si afferma l'arte della scultura tipica polinesiana.

Nell' antica Polinesia la mitologia comprendeva molti dei, ciascuno con una precisa funzione. Essi secondo i Maohi formavano insieme agli uomini un'unica società, avevano un'apparenza umana ma erano molto più forti e possedevano dei poteri sacri: il mana e il ra'a. Ogni divinità aveva la propria rappresentazione nel regno animale, vegetale o minerale ed avevano due maniere ben distinte di manifestarsi: gli ata e i to'o

L'ata (ombra o nuvola), è un oggetto d’uso comune, scelto dall'uomo per simbolizzare l'incarnazione della divinità: un sasso, un albero, un pesce, un uccello. Il to'o è invece una rappresentazione fabbricata dai mortali, una pietra o un pezzo di legno scolpiti all'immagine della divinità. Solitamente questi oggetti erano ornati di piume rosse e gialle che costituivano il marchio della divinità. I Tiki sono diventati l'eredità popolare di questi to'o. Queste rappresentazioni scolpite aiutavano molto i loro possessori essendo anche dotate di poteri magici. Si utilizzavano i Tiki scolpiti per vincere un nemico oppure per proteggersi contro le maledizioni e avevano il loro posto in ogni fare per vegliare sul benessere della famiglia. Spesso erano disposti sui marae (santuario all'aria aperta) consacrati agli spiriti e quindi nel fare riservato ai preti.

Taniwha. Nella mitologia maori sono esseri che vivono nelle pozze profonde nei fiumi, grotte oscure, o in mare, soprattutto in luoghi con correnti pericolose o ingannevoli Breaker (onde giganti). Essi possono essere considerati altamente rispettati perché protettori  di persone e luoghi o, in alcune tradizioni, esseri pericolosi, predatori o rapitore  di donne.

I linguisti hanno anche considerato la parola taniwha con il significato "specie di squalo". Nelle isole Tonga e Niue la parola si riferisce ad un grande squalo pericoloso, una specie di mostro marino che si nutre di persone.

 

Anno 2014 (BF 303) Matariki Ranginui e Papatuanuku. Come avviene in molte storie tramandate dalle credenze antiche  anche il folklore neozelandese propone alcune varianti alla leggenda   di Papatuanuku e Ranginui.

La leggenda della creazione del mondo inizia da Te Kore (il grande vuoto in cui esisteva il nulla) e Te Po (la notte perpetua delle tenebre).

In questa oscurità,vivevano  Ranginui 'padre cielo' e Papatuanuku 'madre terra', uniti saldamente in un abbraccio senza fine e, in mezzo a loro stavano stretti i loro sei figli, impossibilitati a vedere la luce. L'amore tra Ranginui e Papatuanuku era così immenso che i loro corpi non potevano  sopportare di essere divisi. Per cui i sei figli da loro generati, aggrappandosi l'uno all'altro, erano costretti dall’unione dei corpi dei genitori  a vivere eternamente nel buio della notte, ignari - ma al tempo stesso curiosi - di sapere che cosa fosse la luce

Questo fino a quando, un giorno, Ranginui si mosse e  un fascio di luce brillò improvviso attraverso una ascella di Papatuanuku e si riverberò sui figli. Stupiti da quello splendore, i bambini anelarono subito a liberarsi e ad entrare nel mondo della luce. Così tutti e sei cominciarono a lavorare per rompere l'amplesso dei genitori che li aveva tenuti nell’oscurità per così tanto tempo. Ma l'amore dei genitori era troppo forte e loro sforzi sembravano infruttuosi.

Poi il possente Tane Mahuta (dio della foresta) che giaceva sulla schiena,  affondò le spalle in profondità nel corpo della madre e con le sue gambe  spinse contro il padre  con tutta la forza che poteva , tentando di separare i genitori e di  far penetrare la  luce nel mondo.

Ignorando le grida della madre che lo implorava di fermarsi, Tane spinse ancora di più tanto che il legame tra i suoi genitori cominciò a strapparsi. Attingendo sue ultime riserve, Tane tenne completamente distese le sue possenti gambe, in modo da allontanare Ranginui che fu violentemente scaraventato in cielo, così che il suo mondo e quello dei suoi fratelli fu  inondato dalla luce.

Ranginui rimase per sempre in cielo e Papatuanuku rimase sulla terra.

Oggi, quando le lacrime di Ranginui cadono dal cielo come pioggia sulla sua amata Papatuanuku, simboleggiano il ricordo del suo dolore e il desiderio di lei. Il dolore di Papatuanuku è, invece,  visibile nelle argille rosso-ocra della terra, ancora macchiato dal sangue sgorgato durante la separazione.    

Questa leggenda è stata rivisitata nella serie di sei valori emessi dalle  Poste neozelandesi. Ogni valore  è stato dipinto da un disegnatore diverso che ha così, a modo suo, interpretato il racconto.

80C - Cliff Whiting . Il quadro si trova nella Biblioteca Nazionale, e mostra la figura centrale di Tane che sta spingendo i suoi genitori, in posizione invertita utilizzando le gambe. Questa immagine è parte di un più ampio lavoro che esplora la narrazione Maori sulla creazione di Te Ao Marama, il mondo della luce.

80C - Phil Mokaraka Berry .Berry utilizza i linguaggi del design del tatuaggio Maori e il modello Kaokao dalle tradizioni di altre convenzioni artistiche di Tāniko e Tukutuku per aggiungere enfasi alla rappresentazione della separazione operata da Tane. Questo disegno simboleggia l'energia e la forza necessaria per strappare il cielo dalla terra.

$ 1,40 - Kura Te Waru Rewiri . Il lavoro mostra la maschera triangolare di Tane che separa i suoi genitori, Rangi e Papa. I tre fratelli di Tane sono rappresentati in piedi sulla palpebra superiore della loro madre, inorridita per il dolore della separazione. La nave nel cielo è stata preparata come il luogo dove Rangi dimorerà, per sempre separato da Papa; così vennero  creati la notte e il  giorno.

$ 2.00 - Fred Graham.   Il quadro è custodito  negli Archivi Nazionali, che ospitano anche Te Tiriti o Waitangi. Graham ha applicato il tema della narrazione Rangi e Papa a simboleggiare il ruolo degli Archivi Nazionali come istituzione che cerca di illuminare le persone attraverso la diffusione della conoscenza. E 'interessante notare che la rilevanza del duplice significato di' Marama ': la luce e la conoscenza si fonda in questa creazione narrativa.

$ 2,50 - Pauline Kahurangi Yearbury. In questa cornice, Papa si stringe a Rangi in un abbraccio solidale con il cordone ombelicale del suo ultimo figlio ancora presente. Questo lavoro di Yearbury è indicativo del suo stile viscerale e il suo uso intelligente della  linea per descrivere il movimento nella sua esplorazione visiva di racconti maori. Yearbury curò la sua predisposizione per il mondo dell'arte Maori ben prima che il suo contributo fosse pienamente riconosciuto.

$ 3.00 - Robert Jahnke. Il disegno fu commissionato per il pavimento del Museo della Nuova Zelanda, Marae in Te Papa Tongarewa.

 

 

 

 

OLANDA

 

1968  (U 877/81)  Personaggi di fiabe, Il folletto. Il gigante.  La strega.  Il drago,  il mago.

2002  (U 1975/9)  Efteling: il parco delle favole. Personaggi di fiabe: Langnek. Pardoes de Tovenar. Droomluck Elfie.  Boodschap. Holole Bolle Gijs.

Efteling, il più vasto parco divertimenti dei Paesi Bassi, si trova a Kaatsheuvel (sede municipale del comune di Loon op Zand). Inaugurato nel 1952, è uno dei parchi-divertimenti più antichi al mondo e, da allora, ha accolto oltre 100 milioni di visitatori. Nel 1992 Efteling ha ricevuto il premio IAAPA Applause Award come Miglior Parco Divertimenti del Mondo.

In origine il parco era pensato per i bambini con una tematica fiabesca. In oltre cinquanta anni di attività è passato da parco naturale con zona dedicata ai giochi e foresta incantata a un vero e proprio parco a tema di grandi dimensioni sull'esempio di Disneyland. E' tre volte più grande rispetto al primo parco Disney originale e fu aperto tre anni prima. Attualmente, Efteling attrae sia giovanissimi che adulti con la sua ampia gamma di offerte culturali, romantiche e nostalgiche.

Il parco di Efteling aprì 'ufficialmente' il 31 maggio del 1952, quando venne dichiarata aperta la Foresta incantata, progettata dal famoso disegnatore olandese Anton Pieck. Inizialmente la foresta incantata ospitava dieci diverse storie, tutte riportate in vita usando i disegni originali di Anton Pieck utilizzando i movimenti, le illuminazioni e gli effetti sonori progettati dal produttore olandese Peter Reijnders. La presenza dei personaggi delle fiabe all'interno di un'atmosfera di foresta si rivelò un enorme successo. Nel 1952 Efteling ha accolto circa 240 000 visitatori.

Il parco è suddiviso in quattro aree tematiche o reami, anche se non sono esattamente comparabili con le lands dei parchi Disney. In origine il parco era suddiviso in quattro aree chiamate North, West, East e South, la maggior parte delle attrazioni storiche del parco, come la Foresta incantata delle fiabe, si trovavano nell'area West. Quando il parco venne riorganizzato, alla fine degli anni novanta (con l'aggiunta della Pardoes Promenade e il punto di incontro chiamato Efteling Brink), vennero anche cambiati i nomi delle aree. North venne cambiato in Reizenrijk (Reame dei viaggi), West divenne Marerijk (Reame delle fiabe), East divenne Ruigrijk (Reame ruvido), e South divenne Anderrijk (Reame differente).

 

 

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