(Storia di un borgo medievale: Isolabona)

 

Storia Folklore e Fantasia

 

di Marino Cassini  Maria Luisa Saettone

 

 

Prefazione

 

PARTE I

La storia

 

PARTE II

Il manoscritto di Gio Antonio Cane (1739-1826)

Il manoscritto di Francesco Cane

 

PARTE III

Folklore economico ed ergologico

Folklore domestico. Dalla culla alla bara.

Folklore letterario

 

PARTE IV

Tradizioni perdute:

U Ciaravügliu (Racconto: Onoré e le donne)

(Commedia dialettale in 2 atti U Ciaravügliu)

La processione del Giovedì Santo ( Racconto: I gerani di Gigino)

La processione di San Sebastiano (Racconto: Elio e gli scacchi)

U Scürottu (racconto: Tavio e il padre)

La visita di leva (Racconto: Babì e la cartolina di precetto)

 

 

 

 

 

 

 

PREFAZIONE  

  La parte storica con cui prende l’avvio la storia del paese non ha in alcun modo la pretesa di essere esaustiva.

Per raggiungere tale scopo occorrerebbe, infatti, fare ben più approfondite ricerche in polverosi archivi, tra pergamene ingiallite, dai bordi sfrangiati, di difficile lettura e interpretazione; bisognerebbe leggere opere poderose che al solo vederle fanno tremare vene e polsi, nelle quali trovare notizie su Isolabona sarebbe come cercare il classico ago nel pagliaio.

Ricordo una favola di Fedro, quella della mosca che, ferma sul corno di un bue intento faticosamente a trainare l’aratro, pronuncia la frase: “Noi ariamo”.

Quando ci siamo accinti a tracciare una panoramica storica di Isolabona, imitando la mosca del favolista latino, ci siamo messi ad arare nei campi altrui, estrapolando e riunendo poi le notizie che incontravamo e che potevano essere di qualche interesse, non tanto per lo storico - che si rimanda alla lettura di quelle opere - quanto per il normale lettore il quale delle vicende vuole cogliere l’essenziale.

Una prima raccolta di dati me l’ha fornita il documentato volume di Girolamo Rossi, Storia del Marchesato di Dolceacqua, Oneglia, 1862. Altri dati li abbiamo reperiti in un libro di P.Gioffredo, Storia delle Alpi Marittime, Torino, 1839.

Ma la fonte  principale delle notizie riportate è tratta dal volume di Nilo Calvini e Marco Cassini, Apricale, edito a Imperia dall’editore Dominici nel 1991. Nello studio accurato che Calvini ha fatto sul comune di Apricale, lo storico ligure non ha potuto fare a meno di coinvolgere anche Isolabona che, per oltre due secoli, fece corpo unico con il comune vicino, condividendone le sorti. Il suo lavoro ci ha facilitato ogni ricerca.

Per quanto, invece, attiene al folklore locale, agli usi, ai costumi, alle tradizioni che vanno sempre più sbiadendo nella mente e nel cuore degli isolesi, ci siamo valsi della curiosa e interessante pubblicazione dal titolo Au fil du Nervia data alle stampe  nel 1973 da André Cane  con i tipi dell’Imprimerie Don Bosco di Nizza, un volume di 107 pagine, scritto in francese, in cui l’Autore descrive luoghi, tipi, situazioni, feste che sono rimasti nei suoi ricordi e che fanno parte delle sue radici di isolese emigrato in Francia: “Et comment pourrais-je oublier que notre berceau c’est aussi toutes ces maisons malhabilement dressée, aux pierres nues, noircies par les caresses du temps?”

E ancora, esiste la tesi di laurea di Maria Luisa Saettone, depositata nel 1957 presso l’Università degli Studi di Genova, dal titolo Ricerche sul folklore della Val Nervia., dalla quale ho attinto particolari notizie raccolte dall’Autrice dalla viva voce degli abitanti della valle.

Siamo pure a conoscenza di una tesi precedente, discussa sempre all’Università di Genova nell’immediato dopoguerra dal compaesano Ferdinando Peitavino, ma, nonostante accurate ricerche, non è stato possibile trovarla.

E, infine, ci sono  ì ricordi di una infanzia e di una gioventù trascorse all’ombra della Torre dei Doria.

 Un grazie a tutti.

 

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